Crociere e forestali tra celebrazioni e rivendicazioni
LIVORNO – Proprio vero che a volte piove sul bagnato. Due cerimonie, nei giorni scorsi, hanno “celebrato” la banchina ad alto fondale: la più contesa, la più celebrata (nel bene e nel male) e anche l’unica – nomen omen – che consente oggi accosti di grandi navi bulk a parte la Darsena Toscana sponda ovest, riservata ai contenitori.
[hidepost]Due cerimonie che sono sembrate, forse ai maliziosi, l’un contro l’altra armate. La prima è stata il battesimo della “Star Livorno”, la modernissima “open hatch” per i forestali della Grieg Star che rappresenta per il porto almeno 450 mila tonnellate all’anno di traffico. La seconda l’inaugurazione, a poche decine di metri di distanza, c’è stata sabato – ne riferiamo a fianco – del piccolo terminal per le crociere messo su dalla Porto 2000 per rendere i due accosti dell’Alto Fondale accettabili alle compagnie e ai loro turisti. Quasi una “mostra” di muscoli da parte delle due entità portuali – la Cilp e la Porto 2000 – per ricordare quanto valgano i relativi traffici.
Il problema è che tutto questo diventa solo un’avvisaglia a fronte delle prossime mosse attese in porto. Ci sono due attese: quella del prossimo rinnovo dell’ordinanza dell’Authority (prossimo perché annunciato) che consente la priorità di accosto delle navi da crociera praticamente in tutte le banchine adatte del porto; e quella dell’avvio del dragaggio della sponda nord del molo Italia, che dovrà consentire il concentramento sullo stesso molo delle due principali entità che operano con i forestali, la Cilp e la Scotto (gruppo Giorgio Neri e soci). La priorità “assoluta” delle navi da crociera è stata mal digerita quest’anno, tanto da aver innescato anche un ricorso al Tar (la cui richiesta di sospensiva è stata poi annullata): e c’è da presumere che se la disposizione sarà riconfermata, il contenzioso ripartirà, perché si contesta tra l’altro un valore relativamente basso della ricaduta delle crociere sul porto (5 milioni, dicono i più). Poi c’è il molo Italia: che secondo il POT e lo stesso piano regolatore del porto dovrà essere diviso longitudinalmente tra i due operatori dei forestali già citati, e dovrà ricevere un grande magazzino al centro, anch’esso diviso tra i due operatori. In questo caso le decisioni ci sono, mancano le garanzie sui tempi: che per gli operatori dovrebbero essere brevissimi, mentre non si sa bene come saranno sia per le tipologie dei dragaggi, sia per dove conferire i fanghi (pare che si stia procedendo ad innalzare le pareti di contenimento della prima vasca di colmata, già piena). Insomma, ancora tante incertezze: quando i traffici e i clienti del porto non aspettano certo con pazienza.
Antonio Fulvi
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