A Piombino tutti i dubbi sul Lupi-pensiero
PIOMBINO – Ad aver voglia di scherzarci su – e sono pochi di questi tempi – verrebbe in mente la definizione di Plauto (dall’“Asinaria”): Homo homini lupus. In questo caso: il ministro Lupi erga omnes, ovvero contro tutte le designazioni fatte alle istituzioni locali e dalla Regione per la presidenza dell’Autorità portuale di Piombino. Della serie: il 20 gennaio scade il commissario Luciano Guerrieri, non è che si vada a un nuovo commissariamento?
[hidepost]Certo, roba di provincia: sempre per abbondare in citazioni – scusatemi, è un mio vizio – potremmo citare le gozzaniane “piccole cose di pessimo gusto”. Non perché ce l’abbiamo con il ministro, che sembra persona autorevole ed anche equilibrata: ma perché Piombino attraversa uno dei momenti più difficili e delicati della sua storia e non potrebbe permettersi di rimanere ancora a bagnomaria, senza un presidente dell’Authority. Qualcuno ipotizza che al ministro non sia piaciuta la terna – fatta chiaramente in modo da favorire il candidato della Regione, l’attuale sindaco della città Gianni Anselmi – anche (e non soltanto) sulla base della sentenza del Consiglio di Stato sulle famose “alte e comprovate competenze”: la famosa sentenza che ha defenestrato da Cagliari il senatore Massidda, peraltro rimesso a cavallo dallo stesso Lupi come commissario governativo.
E altri ricordano che lo stesso Lupi di recente ha giurato che non avrebbe più commissariato altri porti. Insomma, qualcosa non torna, sembra chiaro.
Anche perché basta fare quattro conti per capire che se il ministro non dovesse chiedere il concerto con la Regione entro i prossimi giorni, tra fermo delle commissioni parlamentari (di cui è obbligatorio il parere) e tempi del governo, si andrebbe di sicuro oltre la scadenza del commissariamento di Guerrieri. Per cui delle due l’una: o riconfermare Guerrieri – politicamente poco probabile malgrado l’indubbia capacità e correttezza dell’uomo – o ricorrere al solito sistema del comandante della direzione marittima locale, nel nostro caso l’ammiraglio Arturo Faraone. L’ipotesi gira. E a molti a questo punto girano anche altre cose, ma si può sempre sperare in Babbo Natale.
A.F.
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