Piano del porto, avanti adagio
Un esame “senza superficialità”- E a Roma i tre punti della Regione per l’emergenza lavoro

Nella foto: (da sinistra) Filippo Nogarin, Giuliano Gallanti e Sergio Costalli.
LIVORNO – L’hanno “stanato” grazie all’incontro televisivo di “Porto Aperto” in Fortezza Vecchia: ma anche questa volta il sindaco Filippo Nogarin sulle urgenze più volte ribadite da tutto il cluster marittimo per accelerare la variante anticipatrice (e quindi l’iter del piano regolatore del porto) non è andato oltre un’affermazione di principio: “Stiamo lavorando con attenzione e impegno – ha detto a Gallanti e a Costalli che l’incalzavano – ma non vogliamo essere superficiali su un tema così importante come il polmone economico della città, il porto”.
[hidepost]Nel dibattito televisivo a tre – Filippo Nogarin, Giuliano Gallanti e Sergio Costalli – alla fine è finita con un match pari. Ognuno ha tenuto la propria posizione e non si è andati oltre le affermazioni di principio: che il porto è fondamentale per l’economia, che bisogna far presto ma guardando bene dentro al piano regolatore, che l’economia livornese – ha detto Nogarin – richiede interventi della Regione che non siano solo la campagna elettorale di Rossi sulla piattaforma Europa. E per tutti e tre, il chiaro riferimento all’incontro che il giorno dopo – giovedì scorso – si è svolto al MISE (ministero per lo Sviluppo Economico) sull’«emergenza Livorno» portata avanti dallo stesso governatore Rossi per coinvolgere direttamente il governo. Un’emergenza che Rossi, Nogarin, Gallanti e Costalli hanno riassunto su tre (o quattro, secondo la divisione dei temi) richieste fondamentali: intervento dello Stato per la piattaforma Europa, area a “fiscalità ridotta” per favorire nuovi insediamenti (quella specie di “zona franca” proposta da Costalli già nel recente passato), impegno preciso per la grande viabilità verso sud (la Cecina-Grosseto-Civitavecchia) e per il cargo ferroviario, la reindustrializzazione dell’area retroportuale sul “modello Piombino”, le bonifiche ambientali.
Proposte al governo, che ovviamente dovrà dare risposte non politiche ma tecnico-economiche. Il tutto, anche per allontanare il sospetto di molti che si tratti dell’ennesima campagna elettorale, destinata a fare tanto fumo ma – come spesso è accaduto – con pochissimo arrosto.
A.F.
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