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Nuovo piano regolatore di Livorno: avanti tutta, ma è solo il primo passo

Rimane l’urgenza di procedere alle progettazioni esecutive e alle gare a partire dalla Piattaforma Europa – L’importanza della nascita ella New-Co tra Neri e Negri e le problematiche legate ai traffici ro/ro

FIRENZE – E’ stato un lungo e non facile cammino, ma sembra che ormai il nuovo piano regolatore del porto di Livorno sia nato. Ieri in Regione Toscana, mentre andavamo in macchina con questo numero del giornale, dovrebbe essere stato approvato definitivamente il documento che dopo oltre 60 anni rinnova il piano regolatore del porto. Che comincia il suo cammino, certo non privo di ulteriori difficoltà, ma con la certezza di aver messo un punto fermo sulla necessità di rinnovare non solo il lay-out del porto, ma anche le sue priorità e gli impegni per la crescita.
[hidepost]Una premessa: se il nuovo piano è stato definitivamente varato è merito di alcuni personaggi. Che al di fuori di ogni piaggeria e valutazione politica, si sono impegnati allo spasimo. Il primo è, in ordine di importanza, il governatore della Regione Toscana Enrico Rossi: carattere non facile, spesso urticante, “diversamente renziano” e quindi con i suoi problemi interni anche in vista delle prossime elezioni regionali, a Rossi va riconosciuto di essere il primo presidente della Toscana ad aver “scoperto” e fortemente sostenuto l’economia portuale della sua terra; le sue battaglie per Piombino e adesso per Livorno non hanno precedenti, anche perché per la prima volta non sono state solo parole, ma anche finanziamenti concreti e ratificati. Il secondo personaggio cui va il merito è il presidente uscente della Port Authority Giuliano Gallanti, validamente supportato dal suo segretario generale Massimo Provinciali, che – non lo dimentichiamo – è per legge il responsabile primo della pianificazione del porto. Singolare vicenda, questa: che Livorno l’ avere il suo piano regolatore portuale nuovo lo debba a un genovese e a un romano, quando una sfilza d’anni con presidenti livornesi non si era mossa foglia sa un po’ d’ironia. Certo, con Gallanti & Provinciali le circostanze sono cambiate e c’è stato il già citato “assist” di Rossi. Ma i fatti sono fatti.
Adesso Habemus Papam, come da formula di rito: ma tutti sanno che il piano regolatore del porto è un contenitore che detta alcune fondamentali regole, da riempire però con progetti più concreti e di dettaglio. Sui quali occorre altrettanta buona volontà, altrettanto impegno e ancor più lavoro per concretarne i frutti. La gara per la Piattaforma Europa, che ha alla base il project-financing più impegnativo della storia del porto, è la prima urgenza. Ed è significativo che, come scriviamo in questo stesso giornale, due gruppi importanti come Neri e Negri si siano già fatti sotto. Si apre una stagione dove anche in altri campi le urgenze riprendono a spingere. Perché sarebbe illogico e colpevole pensare di vivacchiare nei prossimi cinque anni in attesa che la Piattaforma Europa – cinque anni è un’ipotesi realisticamente ottimista… – diventi realtà. Ci sono urgenze quasi drammatiche: più ancora che per i contenitori, anche e specialmente per i ro/ro, che rappresentano uno dei traffici più importanti per Livorno (è il primo sul Tirreno e non solo) ma sono fortemente sacrificati, con ricorrenti tentazioni dei grandi operatori (Grimaldi?) di accettare le lusinghe di porti vicini e concorrenti. In tutto in un quadro nazionale che è anch’esso tutt’altro che chiaro. Non si sa bene se la riforma della 84/94 procederà come da impostazione dell’ormai ex ministro Lupi, se le Autorità portuali cambieranno e come cambieranno, se al timone di quella di Livorno rimarrà il duo Gallanti-Provinciali o si ripartirà da zero, quali riflessi ci saranno sulla “governance” dei porti e quindi anche dei piani regolatori. E via così.
Ad oggi, Livorno può festeggiare il grande passo avanti del piano regolatore. Ma guai ad allentare la guardia. Una battaglia vinta, anche se importante, non significa aver vinto la guerra.
A.F.

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Pubblicato il
25 Marzo 2015

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