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La Spezia archivia un buon 2015 con tutte le premesse per un boom

Il consuntivo dell’anno chiude con aumenti sia dei Teu che dei passeggeri: ma il vero rilancio arriverà con i lavori ferroviari, il trasferimento delle “marine”, l’allargamento del molo Garibaldi e il terzo bacino

Lorenzo Forcieri

LA SPEZIA – Un anno molto positivo per il suo porto, malgrado la crisi internazionale non sia ancora conclusa e molti dei grandi lavori programmati per dare altre e maggiori potenzialità allo scalo non siano ancora partiti. Lorenzo Forcieri, presidente dell’Autorità portuale spezzina, è soddisfatto, anche se non fa trionfalismi. E sottolinea che la visione della portualità nazionale andrebbe allargata a un orizzonte non puntiforme come oggi scalo per scalo, ma in un’ottica almeno nazionale, meglio se europea.
[hidepost]E allora proviamoci, presidente: partendo da un suo giudizio sulla riforma della 84/94.
“Potrei premettere una boutade, se potessimo scherzarci sopra un attimo: la legge 84/94 non ha mai portato bene ai parlamenti che l’hanno affrontata, a cominciare da quello che la varò. Ogni volta poi che si è provato a metterci mano si è arrivati o allo scioglimento del parlamento, alla caduta del governo o ci sono stati grossi problemi per il ministro competente, fino alla dimissioni del ministro che la riforma l’aveva portata quasi a compimento, Lupi. Adesso ci siamo di nuovo: stavamo per partire ed arrivata la Consulta a dare un colpo di freno. Ad essere superstiziosi…”.

Lei lo è, presidente?
“Torniamo alle cose serie. Ciò che sta alla base della riforma, cioè il Piano Nazionale della Portualità e della Logistica è molto valido, a patto che le scelte della riforma siano coerenti e conseguenti con lo stesso Piano e garantiscano una vera autonomia alle Autorità portuali al di là di quale potrà essere il loro numero. E assegni alle stesse compiti, funzioni e poteri che le mettano in grado di facilitare lo sviluppo dei traffici, operare per favorire il business, agire come aziende sane, con una forte capacità di programmazione, ma anche con la possibilità di promuovere e partecipare a società di scopo, in una visione nazionale condivisa, con il controllo centrale, ma con un forte dinamismo imprenditoriale”.
Dal generale al locale: siamo ormai nel 2016, quali i punti forti del suo porto?
”Ho accennato sopra che il 2015 si è chiuso in termini positivi, sia come numero di Teu che di passeggeri, malgrado il rallentamento del trade con la Cina. Ma i veri risultati verranno con l’attuazione piena del PRP che ora possiamo o realizzare. Cito i principali fatti positivi di quest’anno: il Cipe ci ha sboccato 39 milioni per rifare i binari interni al porto e la nuova stazione ferroviaria marittima; il Consiglio di Stato ci ha legittimato le scelte relative alla pianificazione e il trasferimento delle marine, chiudendo un contenzioso decennale; e di recente anche il ministero dell’Ambiente ha approvato le opere portuali del piano stesso, compreso l’adeguamento tecnico-funzionale relativo ai lavori di allargamento del molo Garibaldi e le altre opere del terzo bacino. Nella sostanza, abbiamo completato il ciclo delle procedure e possiamo adesso procedere ai lavori; che saranno a carico dei concessionari, come già concordato. Voglio aggiungere che se anche questi lavori richiederanno del tempo, vedo nell’immediato anche un rilancio progressivo nell’import, per i segni di ripresa del mercato interno che ci consentirà un buon 2016.”

Si sta parlando molto, anche nel dibattito sulla riforma, di sistemi portuali. Però poi è difficile concordare linee di collaborazione anche tra porti vicini. Per esempio, ci risulta sia stata respinta una sua iniziativa verso Livorno per le crociere…
“Due anni fa avevo prospettato sia al collega Gallanti dell’Authority livornese, sia al sindaco della città, la creazione di una società unica tra i due porti per gestire le crociere, unendo le forze invece che combattersi. Potevano venirne, a mio parere, vantaggi per entrambi gli scali e con l’impegno comune avremmo potuto avere un peso notevole. Inizialmente la mia proposta sembrò interessare, poi non se n’è fatto di niente. Ed è un peccato, perché sono convinto che poteva essere la strada giusta anche per altri tipi di traffici, per iniziative comuni a largo respiro, invece di sfinirci in una concorrenza sciocca e improduttiva”.
E’ un discorso definitivamente chiuso?
“Oggi siamo alla vigilia della privatizzazione delle società delle crociere, sia a Livorno che a La Spezia: vedo dunque difficile riaprire il tema. Ma sono dell’opinione che secondo come andranno le cose, confrontarci e collaborare non sia mai sbagliato”.
Ultima domanda, presidente: a Piombino, dove lo Stato ha investito per un polo delle demolizioni navali dopo lo “scippo” della Concordia, si dice che La Spezia stia tentando di portar via questo business.
“Premesso che a me piace costruirle, le navi e non demolirle, credo che Piombino abbia tutto il diritto di difendere quanto gli è stato promesso: è un polo attrezzato anche con le vicine acciaierie ed ha avuto importanti finanziamenti pubblici a questo scopo. Credo che alla Spezia pensino di attrezzarsi per demolire una nave che si trova già in un bacino dell’Arsenale, il cui trasferimento a Piombino comporta dei rischi. Un caso, come detto, particolare. Per noi a La Spezia il futuro è nelle nuove costruzioni e nel refitting, non nelle demolizioni. Per quanto mi riguarda, a Piombino possono stare tranquilli”.
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
30 Dicembre 2015

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