Sbanchettare candidati e legge
LIVORNO – Sulla vicenda, per certi aspetti kafkiana, delle candidature presentate dagli enti locali per la presidenza della Port Authority, di una cosa dobbiamo essere finalmente grati al sindaco Alessandro Cosimi: di aver parlato, sia pure in un parlamentino non certo ascoltatissimo né solenne come il consiglio comunale, con una inusuale chiarezza adamantina.
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E cioè che per lui valgono – sic et simpliciter – la candidatura principale di Roberto Piccini, possibilmente da confermare, e quella altrettanto valida (un gradino sotto, ma sembra di capire nemmeno troppo) dell’assessore provinciale Piero Nocchi, fatta in seconda battuta da Capraia.
Il sindaco l’ha detto con il consueto parlar forbito e semmai con qualche (ingenuo? presuntuoso?) richiamo ultimativo al ministro perché smetta di far melina sui due nomi, e decida subito con o senza il presidente della Regione Rossi. “Perché noi il cerino in mano del commissariamento – ha aggiunto – non lo vogliamo”.
Comprensibile, legittimo, persino umano. Io poi, che conosco il sindaco fin da ragazzo ed ho sempre apprezzato le lezioni – non a chiacchiere ma a fatti – di suo padre che fu uno degli uomini più integerrimi del vecchio Pci, condivido. Solo un dettaglio mi lascia un filo di perplessità: i candidati a quanto sappiamo sono tre: Piccini, Nardi (presidente della Camera di Commercio) e Nocchi. Il signor sindaco invece ha “sbianchettato” l’espressione della Camera di Commercio, che rappresenta anche le categorie portuali. Dimenticanza nella foga dell’oratoria? Oppure solo fastidio per l’unico nome non concordato sotto la sua sottile guida? Senza considerare – e non è un dettaglio – che il capo di gabinetto del ministro ha parlato esplicitamente di seconda terna citando l’art. 8, comma 1 della legge 84/94, mentre sindaco, presidente della Provincia etc. sembrano essere radicati all’idea che siamo ancora alla prima fase. Boh?
Il gabbiere
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