I finanziamenti della Ue ai porti, solo aria fritta? Intanto Venezia e Trieste lottano sulle crociere

Affidato ai convegni il botta e risposta tra i due scali del nord Adriatico sul business del settore cruise – L’impegno del governatore del Friuli Venezia Giulia e il conto del “tesoretto” portato dai croceristi nel suo porto – E cresce il numero delle Autorità commissariate da Lupi

ROMA – Il passo del gambero, anche a Bruxelles, per quello che riguarda la logistica e la portualità. Non è passata una settimana dal trionfale annuncio dell’UE di 300 miliardi di euro per rilanciare l’economia europea – con tanto di immediata “prenotazione “ da parte dell’Italia di 40 miliardi per porti e infrastrutture – che si è gridato al bluff: i miliardi reali sono meno di 30, mentre il resto fa parte solo delle buone intenzioni. Ed ovviamente, i 40 miliardi sognati dall’Italia vanno ridimensionati in proporzione. Un pianto.
[hidepost]In questo quadro prosegue con crescente fatica il lavoro dei “15 saggi” nominati dal governo per la riforma della 84/94: di riunioni ce ne sono già state almeno tre, ma dall’altra parte della barricata, sui singoli porti, si continuano a manovrare i “padrinati” politici come se niente fosse. Così mentre il ministro Lupi continua a commissariare le presidenze dei porti in scadenza (ormai quasi la metà sono in queste condizioni) si accentuano le frizioni tra scali vicini.
Ultimo caso è quello dell’alto Adriatico, con Venezia e Trieste che si scambiano siluri. Mentre Trieste punta con decisione a ricevere una fetta dei traffici delle crociere che le “pruderie” ambientaliste di Venezia stanno cacciando dalla laguna – la potente governatrice del Friuli nonché vice di Renzi nel Pd Debora Serracchiani ha sponsorizzato per il 2016 un collegamento ferroviario ultraveloce tra Trieste e Venezia – i veneziani rispondono con un mega-convegno in programma a Roma per martedì prossimo 9 dicembre sul tema “Venezia e crociere: l’equilibrio possibile”. Organizzato da Federagenti, il convegno vedrà l’introduzione del presidente di Confcommercio Carlo Sangalli mentre i dieci punti d’equilibrio saranno elencati dal presidente di Assoagenti Veneto Alessandro Santi e le conclusioni svolte dal presidente di Federagenti Michele Pappalardo. Due note significative: non figura nel panel degli interventi né degli invitati il presidente dell’Autorità portuale di Venezia Costa: e figurano come “invitati” (nel senso che ad oggi non hanno confermato la partecipazione) Matteo Renzi e i ministri Lupi e Galletti.
Il convegno a Roma è la risposta – o almeno sembra esserlo – all’altro convegno che sulle crociere in alto Adriatico si è tenuto il 24 novembre a Trieste, dove Debora Serracchiani ha fatto la parte del leone intervenendo con estrema decisione in una tavola rotonda dedicata. Il Friuli-Venezia Giulia deve puntare sulle crociere – ha detto la Serracchiani per stemperare anche l’evidente assalto alla diligenza del patrimonio veneziano dal mare – per valorizzare le tante bellezze che il territorio offre. E i dati economici sono stati forniti a sostenere che non si tratta di poca roba. Nel 2013 i 44 mila croceristi hanno speso a Trieste 4,5 milioni di euro (in media 67 euro a testa) mentre se si calcolano anche le spese delle compagnie nel porto il tesoretto delle crociere ha fruttato oltre 18 milioni di euro. Secondo Debora Serracchiani nel 2015 i passeggeri potrebbero arrivare a 170 mila su Trieste. Facile comprendere che nella guerra sulle cariche del porto di Trieste ci sarà presto – con la scadenza della presidenza di Marina Monassi e il probabile commissariamento in attesa della riforma – anche la guerra per la presidenza della società terminal Passeggeri Spa, con il relativo “tesoro”. E cominciano a svolazzare anche i nomi dei papabili a sostituire l’attuale presidente Antonio Paoletti, come si è sentito dire nei corridoi durante il recente già citato convegno di Risposte Turismo su “Attività crocieristica a Trieste, impatti economici e possibili scenari”.

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