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Un settembre tutto originale con le visite alla Gorgona

Carlo Mazzerbo

ISOLA DI GORGONA – È rimasta l’ultima delle isole “in gabbia” d’Italia, dopo la progressiva chiusura dell’Asinara, Pianosa, Capraia ed Ustica. Ed è sempre meno ingabbiata, perché l’amministrazione carceraria ammette visite turistiche guidate di una giornata, per far conoscere non solo le bellezze di questo scoglio che fa parte del Comune di Livorno, ma anche la vita riservata ai detenuti, le loro “libertà” residue e i progetti di sviluppo. Progetti che con il nuovo direttore, dottor Carlo Mazzerbo, hanno ripreso nuova vita, anche se i problemi tecnici e finanziari rimangono grandi.

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Mazzerbo tra l’altro è un “gorgoniano” di lungo corso, perché è stato direttore a lungo dell’isola. C’è tornato da poco, ma con l’impegno ulteriore di dirigere anche il carcere livornese dei Domenicani. Così si divide tra l’isola e la città, senza dimenticare però l’antico amore per quello scoglio. Al quale ha dedicato anche un libro, che parla del trattamento dei detenuti, del regime carcerario in Italia e delle tante utopie.

L’apertura al turismo contingentato è stata presa da qualcuno come il preludio a una chiusura della colonia penale: che costa enormemente allo Stato e sulla quale più volte si è ipotizzato un ritiro dell’amministrazione carceraria. Da Roma sono arrivati, nei tempi, segnali contraddittori: si chiude, si riduce, si rilancia. Del resto – dicono al ministero – le colonie penali agricole avevano un senso quando i detenuti erano in gran parte provenienti dalle fasce di popolazione rurale, quindi capaci di coltivare la terra, allevare gli animali, riforestare, eccetera. Ma oggi la quasi totalità dei detenuti proviene dagli ambienti urbani, e salvo gli extracomunitari – ma nemmeno tutti loto – non sanno niente di campagna ed altro. Anche gli esperimenti in corso con la coltivazione della vite e l’allevamento ittico nelle gabbie situate lungo la costa si sono scontrati con i problemi di manodopera. E se il primo va avanti, con notevoli investimenti privati, il secondo è completamente sospeso. Il turismo a sua volta è utile solo per il trasporto marittimo, ma all’isola rende poco. È più che altro un tentativo di valorizzazione culturale, ed anche un momento di socializzazione per gli agenti della polizia penitenziaria, che spesso passano turni di giorni e giorni (se non di settimane) in totale isolamento dalla vita civile. Per chi fosse interessato, tutte le prossime domeniche, dall’8 al 29 settembre, sono previste le gite, che essendo a numero chiuso vanno prenotate per tempo.

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Pubblicato il
4 Settembre 2019

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