Brindisi guarda all’idrogeno eolico
BRINDISI – L’iter per le autorizzazioni si metterà in moto a breve, il confronto con il territorio è avviato da tempo – scrive il quotidiano locale – a fari spenti e con la cautela imposta dalla portata del progetto. I numeri, innanzitutto: circa 80 torri di eolico off shore galleggianti, a una distanza tra 9 e 22 chilometri dalla costa al largo di Brindisi, capacità installata di 1,2 Gw, produzione annua pari a 3,5 Tw/ora (pari al consumo di un milione di utenze domestiche italiane). La proposta di investimento, denominata Kailia Energia, è di Falck Renewables in partnership paritetica con BlueFloat Energy: la prima è quotata in borsa, la seconda sviluppa parchi eolici in tutto il mondo.
In poche settimane in Puglia sono spuntate anche altre iniziative legate da un solo filo rosso (anzi, verde): la Green Hydrogen Valley, progetto di Edison, Snam, Saipem e Alboran per produzione di idrogeno da fotovoltaico, 300 milioni di metri cubi all’anno; l’avvio degli iter autorizzativi per parchi eolici off shore, due investimenti già nero su bianco e altri potrebbero presto aggiungersi, anche in questo caso con proiezione sulla frontiera idrogeno. Senza trascurare Tap: il gasdotto da 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno, approdo nel Salento, è operativo da mesi, il metano transita, e la società vuol battere anche le vie dell’idrogeno. Insomma – scrivono ancora i media locali – è sufficiente unire i puntini: la Puglia incrocia la rotta della transizione ecologica tracciata dall’Ue e consacrata dal Pnrr e può attestarsi tra le regioni capofila nella partita dell’idrogeno.
Non poco, nella terra dell’ex Ilva e della centrale Enel: la prima, a Taranto, potrebbe presto affrontare il complicato sentiero della produzione a gas; la seconda, a Brindisi, sta scandendo le tappe dell’addio al carbone e della riconversione, con traguardo al 2025. Restano le contraddizioni stridenti: gli oltre 400 progetti per produzione da rinnovabili parcheggiati in Regione, o una visione complessiva e “sistemica” talvolta carente. Nonostante proprio la Regione abbia candidato la Puglia a ospitare il “Centro nazionale di alta tecnologia per l’idrogeno”, previsto dal Pnrr. Arriverà una spinta decisiva sul concreto?