Roncallo: più binari più Assoporti

Carla Roncallo
LA SPEZIA – Presidente, quali aggiornamenti ci sono sul problema dell’ultimo miglio, sia ferroviario che stradale?
Abbiamo novità soprattutto sulla parte ferroviaria sulla quale stiamo lavorando molto: a La Spezia stiamo rifacendo tutta la parte che riguarda l’interno del porto, cioè la stazione di La Spezia Marittima, implementando i binari che dagli attuali 4 facciamo diventare 9 e soprattutto riusciamo a metterne 2 lunghi 750 metri. Abbiamo poi ottenuto un finanziamento di 5 milioni di euro da RFI per la parte tecnologica della stazione di Migliarina.
L’ultimo miglio stradale è una questione più difficile ed i lavori, al contrario di quelli ferroviari, sono meno immediati. Ma nel documento di pianificazione strategica abbiamo ragionato anche su quello ed abbiamo delle idee che devono però ancora passare alla fase progettuale.
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E sul comparto crociere quali avanzamenti ci sono anche in relazione alla nuova stazione marittima?
Per far partire i lavori ovviamente deve essere liberata la Calata Paita; come AdSP abbiamo l’impegno di costruire il molo crociere e le Compagnie hanno quello di costruire in quell’area la stazione marittima. Si tratta di un incastro che già nelle previsioni doveva richiedere qualche anno per l’avvio. Nel frattempo però le Compagnie devono prendere in mano tutto il servizio passeggeri con il terminal attuale e le strutture che abbiamo attualmente. La procedura antitrust con la Commissione Europea dovrebbe concludersi, se tutto va bene, entro fine 2019. A quel punto da gennaio 2020 saranno loro a gestire il terminal attuale.
Come vede l’ingresso degli armatori nel terminalismo, sia in termini di acquisto che di gestione?
Dalla nostra posizione di osservatori vediamo che è una realtà; e si sta andando sempre più verso questa direzione. Succede sempre più spesso che gli armatori siano interessati ai terminal e che cerchino di coprire tutta la catena. Da una parte si tratta di un impoverimento del mercato, nel senso che diventa sempre più stretto il novero dei soggetti che possono governare la catena e nel lungo periodo questa concentrazione potrebbe essere pericolosa. D’altra parte è uno di quei meccanismi contro i quali si può fare poco. La realtà la stiamo osservando tutti.
Per quanto riguarda l’offerta terminalistica dei porti dell’Alto Tirreno, ma anche quella del Tirreno in generale: considerando i terminal container esistenti e quelli che stanno nascendo a suo parere esiste il rischio di un eccesso di offerta?
Potrebbe essere troppa se non riusciamo ad attrarre altri traffici che ora utilizzano i porti del Nord Europa. Non lo è se invece a fronte di questa nuova offerta riusciamo a captare nuovi traffici. La sfida è di tutti noi, speriamo di coglierla.
Riguardo ad Assoporti: oggi c’è un nuovo statuto appena varato. Ritiene che riuscirà a superare i problemi che ci sono stati, fra i quali la scissione dei porti del Sud, ed essere di reale supporto alle AdSP nello svolgimento delle loro attività?
Secondo me si. Assoporti può fare molto: certo tutti noi lo dobbiamo volere. Se non ci impegnamo in questo senso e ci disinteressiamo a quello che Assoporti potrebbe fare è difficile poi raggiungere dei risultati. Io ci credo molto; e credo che riuscendo ad arginare i meccanismi di fuga, m a riportare dentro chi ora non c’è, Assoporti possa giocare davvero un ruolo importante nel futuro della portualità.
Cinzia Garofoli
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