L’Italia paga l’ecobonus 2010 ai Tir e sposa l’idea di un “Green incentive”
Quest’ultimo incentivo è in fase di elaborazione da parte di RAM e interessa anche i porti che si attrezzano per le navi alimentate a LNG – Anche Confcommercio ha presentato un progetto per aiutare la conversione a gas dei motori dei grandi camion
ROMA – Adesso finalmente lo Stato può pagare. E non si tratta di poco: perché con il nulla osta finalmente sottoscritto dalla Corte dei Conti, si è concluso il calvario dell’ecobonus 2010, a suo tempo approvato anche da Bruxelles, che vale trenta milioni di euro per gli autotrasportatori.
[hidepost]Un calvario, va detto per giustizia, che ha visto la categoria fidarsi delle promesse dello Stato salvo poi scontare sulla pelle – con decine e decine di fallimenti, specie al sud – quattro anni di ritardi nei pagamenti. Il decreto di pagamento dell’ecobonus 2010 è stato firmato dal governo mercoledì 26 marzo: con l’Ok della Corte dei Conti adesso mancano solo i pagamenti reali.
Soddisfatto ovviamente Tommaso Affinita, presidente di RAM (Rete Autostrade del Mediterraneo) che si è speso da anni nelle operazioni di sostegno al trasferimento dei tir dalle strade ai ro/ro. Rimane aperto ancora il problema dell’ecobonus del 2011, anch’esso promesso ma mai pagato perché ancora sotto esame a Bruxelles come aiuto di Stato. E se sembra non esserci niente da fare per i due anni “orribili”, cioè il 2012 e il 2013, ci sono attualmente almeno due proposte alternative per riprendere il supporto all’autotrasporto merci che sceglie la modalità marittima. Una è stata elaborata da Confcommercio, che prevede tra l’altro incentivi alla conversione dei motori dei tir con alimentazione ibrida. Ma la vera proposta è quella che viene ancora una volta da RAM, ha il suggestivo titolo di “Green Incentive”, ed è stata illustrata di recente anche nel convegno internazionale sull’LNG a Roma. Si tratta in sostanza del progetto di allargare l’ecobonus all’intera unione europea per coinvolgere tutti i soggetti del trasporto merci che scelgano di facilitare il trasferimento delle merci stesse sulle navi, con particolari incentivi anche agli armatori che utilizzino l’alimentazione a LNG e i porti che realizzino strutture loro dedicate, con banchine apposite e depositi di gas per il rifornimento. Sempre che il progetto di RAM vada avanti: o meglio, che anche RAM non rientri tra le società che il premier Renzi vuol cancellare…
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