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Corrieri aerei tartassati

ROMA – E’ un messaggio di preoccupazione e un monito importante quello che è giunto dal presidente di AICAI Alberto Nobis nel corso del convegno “Il mercato dei corrieri aerei e della logistica fra innovazione e globalizzazione” dell’Università di Tor Vergata e presenti tra gli altri, Gabriele Sigismondi di Poste Italiane, Giuseppe Mele di Confindustria, Enrico Finocchi del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Fabio Coggiati di ICE.
[hidepost]Alberto Nobis ha ribadito come, ad oggi, in Italia, esista una imposizione fiscale e contributiva, vincoli operativi e di legge tra i più gravosi in Europa, che rendono difficile la competizione con le imprese degli altri paesi europei che operano in contesti di maggiore semplificazione nei processi di import-export.
AICAI, Associazione Italiana dei Corrieri Internazionali, nata nel 1987, che riunisce in Italia DHL Express Italy, FedEx Express Italy, TNT Italy e UPS Italy rappresenta infatti un osservatorio speciale e molto sensibile sull’andamento dell’esportazione oltre che un importante volano della stessa. Il valore dei servizi internazionali – export ed import – offerto dai corrieri, rappresentati dall’associazione Aicai, rappresenta circa un quarto del valore del mercato dei corrieri.
“I Corrieri Aerei Internazionali da sempre mettono a disposizione – ha detto Nobis – la loro esperienza per facilitare l’economia, attraverso il servizio ad alto valore aggiunto che forniscono alle imprese italiane, più esposte ai benefici degli scambi internazionali e quindi alle opportunità di crescita più sostenute. Osserviamo quindi con preoccupazione una crescita della regolamentazione e l’imposizione di oneri ulteriori – come il contributo al funzionamento di Agcom in misura sproporzionata e retroattiva e la recente modifica/stretta sui titoli autorizzativi all’esercizio – introdotta poche settimane fa da Agcom – che pesano non solo, o non tanto sugli operatori, ma sulle imprese nostre clienti che devono competere sul mercato globale con altre imprese di altri paesi, che hanno costi di struttura molto meno importanti. I corrieri espressi collaborano con gli enti statali per facilitare appunto le imprese: abbiamo tavoli di lavoro aperti con più interlocutori e continuiamo a promuovere il confronto fra le parti interessate a favore della semplificazione che rappresenta, a nostro avviso, il mezzo per agevolare la ripresa dell’economia del Sistema Paese. Il dialogo è aperto con tutte le istituzioni di riferimento, contribuendo a garantire le migliori condizioni di sistema allo svolgimento del lavoro dei corrieri espressi, responsabili del 40% dell’import ed export in transito negli aeroporti italiani, nel rispetto delle normative vigenti che garantiscono la sicurezza ad ampio raggio”.
I corrieri espressi – come anche riconosciuto dalla normativa comunitaria – si muovono in un mercato diverso da quello postale, caratterizzato da dinamiche altamente competitive e svolgendo servizi ad elevato valore aggiunto con un importante contributo export e formazione del reddito nazionale.
AICAI è comunque, da sempre, molto attiva nella collaborazione con l’AGCOM, l’Autorità di regolamentazione del mercato postale.
“Siamo ora preoccupati che vengano introdotte ulteriori regolamentazioni del settore con l’imposizione di vincoli e obbligazioni. Questi causerebbero una distorsione dei traffici e perdita di competitività del paese. Ad esempio, con riferimento al recente decreto del ministro dello Sviluppo Economico “Misura e modalità di versamento del contributo dovuto dai soggetti operanti nel settore postale all’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni per gli anni 2012, 2013 e 2014” del 26 gennaio 2015, si prevede l’imposizione, anche a carico dei corrieri espressi, dell’obbligo di contribuire ai costi per il funzionamento dell’Autorità del settore, l’AGCOM. Con effetto retroattivo e impatto negativo non solo sui conti economici delle società da noi rappresentate e di conseguenza sulle imprese nostre clienti. Si aggiunga poi, con la recentissima delibera sui titoli autorizzativi, che i corrieri si trovano ora sottoposti all’imposizione di una serie di oneri burocratici addizionali, unici in Europa, se non in Polonia, in controtendenza con la dichiarata volontà governativa di semplificare le procedure per le imprese. Questa norma risulta ingiustificata, oltre che discriminatoria e lesiva, del funzionamento concorrenziale del mercato, con gravi danni per la competitività delle imprese italiane”.
Nobis ha sottolineato come in nessuno dei maggiori Paesi europei, nostri concorrenti nell’economia internazionale, il Legislatore o il Regolatore hanno previsto norme simili e che negli unici due Paesi europei in cui sono stati adottati provvedimenti analoghi (l’Austria e il Portogallo), sono già pendenti contenziosi amministrativi che contestano la legittimità della norma che impone ai corrieri espressi l’obbligo di contribuire ai costi del Regolatore, poiché in violazione del dettato e dello spirito delle Direttive Comunitarie in materia di liberalizzazione del settore postale. Appare sorprendente, al riguardo, che né il Regolatore né il Legislatore abbiano considerato il fatto che la questione sia già stata portata all’attenzione della Corte di Giustizia europea.

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Pubblicato il
18 Aprile 2015

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