Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

E’ guerra al Tar del Lazio sui Fast Corridors doganali

Sono giudicati costosi e inutili, con rischi anche per la sicurezza – Ma gli imprenditori (Ikea in testa) sostengono che invece il sistema funziona e crea vantaggi

ROMA – Adesso la patata bollente è in mano al Tar del Lazio: al quale hanno presentato ricorso contro i “Fast Corridors” doganali le associazioni degli spedizionieri liguri e le singole case di spedizione di La Spezia, Genova e Savona. Secondo Alessandro Laghezza, presidente degli spedizionieri spezzini, non ci sarebbe maggiore efficienza ma anzi tempi più lunghi, maggiori costi e problemi di security non indifferenti. Il suo grido di dolore, raccolto da “Il Sole-24 Ore” la settimana scorsa, è stato affiancato da quello di altri spedizionieri doganali anche fuori dalla Liguria che si sono dichiarati molto critici.
[hidepost]

Teresa Alvaro

Eppure sembra che il modello stia prendendo piede, almeno in Italia. La settimana scorsa sono partiti i “Fast corridors” doganali tra La Spezia e Piacenza e tra Genova e la stessa Piacenza. Pochi giorni prima era stato inaugurato alla presenza del governatore della Toscana quello tra il porto di Livorno e l’interporto Vespucci di Guasticce. Da poco meno di un anno funzionano i due “corridoi” dell’Ikea, sempre su Piacenza. Ed è in fase sperimentale il corridoio tra il porto di Ravenna e l’interporto di Bologna. In parte si tratta di corridoi su ferrovia, in parte si deve ancora ricorrere a tratte su gomma (Livorno e Rivalta Scrivia-Piacenza per l’Ikea).
Se gli spedizionieri protestano, e corrono al Tar, i clienti sembrano soddisfatti. O almeno, lo dichiarano. Dall’Ikea, che ha aperto la strada in Italia, si afferma che adesso ogni singolo contenitore può essere tracciato per ogni minuto del viaggio, e la catena logistica funziona perfettamente anche nella tratta italiana. Teresa Alvaro, direttore centrale per la tecnologia e l’innovazione dell’Agenzia delle dogane, già alla recente inaugurazione del corridoio (sperimentale) tra Livorno e il Vespucci aveva ricordato che il sistema consente un più veloce smaltimento dei contenitori e un miglior controllo in real time. Ma la polemica non si attenua. Da Genova Spediporto parla per bocca di Giampaolo Botta: “Nessun paese europeo oltre l’Italia adotta procedure assimilabili ai Fast Corridor perché non sono previsti dalla normativa comunitaria, sono onerosi e non creano efficienza”. Un mondo della logistica che dunque si presenta già molto conflittuale.
A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
30 Marzo 2016

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora