Calambrone, le “porte” contese
E diventa urgente anche la soluzione del ponte ferroviario per la Darsena Toscana
FIRENZE – Il titolo del workshop può anche spingere all’ironia: e non nel senso che vorrebbero gli organizzatori. Ovvero: convegno della Regione Toscana su infrastrutture e mobilità, dal dire al fare”.
L’assessore Vincenzo Ceccarelli, uomo del concreto, si occupa ormai di mobilità, logistica, viabilità e trasporti da un po’ di tempo. A sua scusante, se proprio vogliamo cercargliene una, c’è il fatto che gli hanno scaricato addosso tanti settori (oltre ai citati anche il governo del territorio e la casa: corbezzoli!) Ma se il convegno di giovedì e di ieri all’auditorium di Sant’Apollonia di Firenze doveva davvero servire – come da programma – per un approfondimento sui temi della qualificazione del trasporto … e delle infrastrutture della logistica e della portualità”, qualche delusione diventa lecito esprimerla.
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Delusione prima di tutto sui tempi delle risposte a temi che avrebbero richiesto la massima urgenza. Si veda la foto del “nodo” al Calambrone, fondamentale per lo sviluppo dei traffici specializzati in Darsena Toscana: dopo due anni dalla promessa del governatore Renzi di passare la gestione delle “porte vinciane” all’Autorità portuale, e dopo che a inizio maggio era stato finalmente sottoscritto l’accordo formale per l’operazione, siamo a luglio e ancora l’accordo è rimasto nelle intenzioni. Desaparicido, o quanto meno impelagato nella burocrazia fiorentina. Nel frattempo le “porte” rimangono gloriosamente spalancate per il più del tempo, scaricando nell’appena dragata Darsena Toscana tonnellate di fanghi.
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Ma non è il solo problema. Il nodo del Calambrone sta diventando rovente anche sul piano ferroviario, perché è ormai chiaro che il potenziamento della rete Fs con i terminal containers (TDT e Lorenzini) è condizionato dalla strozzatura costituita dal ponte levatoio; e che tutti i progetti di collegamento a binario multiplo sono bloccati dalle difficoltà di realizzare un ponte levatoio sostitutivo a doppio binario. Pare che non ce ne sia uno al mondo e pare che le Fs, che hanno lavorato presto e bene per il binario, adesso si rendano conto che la soluzione più idonea sarebbe tombare quel pezzo di canale e fare finalmente strada e ferrovia sul terreno di riporto. Facile? Certo, e anche risolutivo. Solo che per “tombare” quel maledetto pezzo di canale bisogna che la foce dello Scolmatore sia armata, aperta e navigabile. E specialmente, che il ponte stradale sullo Scolmatore – quello per Tirrenia – sia a sua volta tagliato e dotato della parte centrale sollevabile. In Regione ci sono i progetti, pare che ci siano anche gli stanziamenti, e pare infine che anche le Fs abbiano i soldi. Ma il tutto si trascina di ufficio in ufficio. Con il rischio sempre più concreto che dragaggi portuali, allargamento della strettoia del Marzocco (altra “neverending story”) e collegamento ferroviario diretto in Darsena, finiscano per essere inutili proprio per il non risolto nodo del Calambrone.
Antonio Fulvi
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