“Blue Resilience” nel Parco del Conero

PORTONOVO – Prosegue l’attività di bonifica e salvaguardia dell’area marina e di terra con azioni mirate di disinquinamento nelle zone soggette a tutela ambientale. Dopo il grande successo dell’iniziativa “PortoNuovo” che lo scorso 22 maggio ha visto il Parco del Conero e Garbage Group impegnati in un’intensa giornata di pulitura di mare e spiaggia lungo la Baia all’altezza della Torre, il nuovo intervento si è svolto il 27 maggio con la collaborazione dell’Università Politecnica delle Marche – Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente e del supporto della Guardia Costiera. Mentre sul fronte del volontariato hanno operato le associazioni Marevivo e 2Hands.

«Attraverso questa iniziativa si continua verso un sostanziale percorso di adesione ad operazioni di volontariato che mirano alla salvaguardia e alla tutela delle nostre coste – commenta il presidente del Parco del Conero, Daniele Silvetti – e in questo caso specifico, il valore aggiunto risiede nella collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche che attraverso l’operazione di ricerca e raccolta dati sta fornendo all’intervento un taglio e un approccio di tipo scientifico. Un progetto più ampio, dunque, che nel connubio strategico tra enti pubblici e settore privato punta ad ottimizzare le risorse del territorio per il raggiungimento degli obiettivi: su tutti la manutenzione del patrimonio naturalistico in un’ottica di attrattività economico-turistica sostenibile».

Una profonda azione di bonifica mare-terra che si concreta nella raccolta, recupero e smaltimento di rifiuti provenienti tanto dalla costa quanto dallo specchio di mare interessato (sia in superficie, che nei fondali). L’area di intervento sarà oggetto di ricerca scientifica anche post operazione, con tanto di pubblicazione dei risultati ottenuti.

«Il tema della salute del mare è di fondamentale importanza in un Paese come il nostro – spiega il rettore dell’Univpm, professor Gian Luca Gregori – non solo per le funzioni fondamentali che svolge per la vita nel pianeta, ma anche per le enormi possibilità di sviluppo e crescita economica. Oggi il mare è minacciato da numerose pressioni e tra queste vi è certamente l’inquinamento da plastica. La ricerca sta facendo passi enormi nella conoscenza di questo fenomeno e Univpm ha un ruolo riconosciuto a livello internazionale coordinando importanti progetti di ricerca. Al contempo è fondamentale anche creare sinergie ed approcci multidisciplinari tra comunità scientifica, enti, organi di governo, mondo produttivo, associazioni ambientaliste e cittadinanza. Con Marevivo ed Ente Parco del Conero, Univpm ha aderito alla campagna “Adotta una Spiaggia” per dare un ulteriore segnale concreto di quanto la ricerca scientifica possa essere vicina alle richieste della società civile.

«Per molti anni abbiamo ritenuto la plastica un inquinamento solo estetico, in grado di rovinare la bellezza del paesaggio – specifica il professor Francesco Regoli, direttore del Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Univpm – Oggi la produzione di plastica ha superato i 400 milioni di tonnellate per anno, almeno 10 milioni di tonnellate finiscono in mare e la ritroviamo ovunque, dai poli all’equatore, fino agli abissi. Ma la plastica che vediamo è solo la punta dell’iceberg perché questi materiali si degradano lentamente in particelle microscopiche, invisibili ad occhio nudo ed ingerite da tutti gli organismi marini. sviluppare nuovi modelli di monitoraggio e gestione dell’inquinamento da plastica coniugando la ricerca con la formazione, l’educazione, la riscoperta del capitale naturale e delle nuove opportunità imprenditoriali legate alla tutela dell’ambiente marino».

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