Tempo per la lettura: 2 minuti

“Dacci oggi il nostro insetto quotidiano”

Nella foto: Coleotteri “alimentari”.

Ci scrive Paola Latella sul web una angosciata nota che riassumiamo:

Un amico di famiglia che naviga su una petroliera ci ha raccontato che in paesi asiatici ma non solo ha visto mangiare tranquillamente, anche da europei che vivono in quei posti, piatti a base di insetti: prelibate le cavallette fritte, ma anche scarabei, alcuni tipi di formiche come dolci (perché siano piene di una specie di miele) bachi e vermi…Vi confesso che la cosa mi fa schifo: ma quello stesso amico ci ha detto che anche in Europa si stanno sperimentando certi piatti perché ricchi di proteine. Ma davvero si va in questa direzione per sfamare una crescita sempre più accelerata della popolazione mondiale?

*

Cara signora, si metta l’anima in pace: quello che le hanno raccontato è vero, compreso il fatto che già in alcuni paesi europei – Italia compresa – ci sono ricette con insetti e vermi. Vero che hanno un alto contenuto di proteine, vero anche che, vincendo l’atavico schifo, sarebbero anche – come dire – appetitosi.

[hidepost]

Personalmente nei miei numerosi viaggi da inviato speciale dei vari giornali ho mangiato frittate di cavallette (Libia) serpenti, pirana e scimmie arrosto (Bolivia), granchi King Crab (Australia), cotolette di cane (India) e persino, in un paesino dell’Amazzonia vicino a Santa Cruz de la Sierra, un gigantesco ragno grande come una mano che i ragazzini del luogo buttano sul fuoco finché zampe e crosta si bruciavano, mentre l’interno, una polpa bianca compatta, sapeva di…aragosta.

Non sono morto nessuna delle volte, anche se spesso ho saputo dopo quello che avevo mangiato. Dobbiamo aprirci la mente a un domani in cui le risorse alimentari saranno probabilmente meno ricche di oggi. Adattarci è anche un fatto di cultura. E forse arriveremo a pregare il Signore che ci dia, invece del pane, il nostro insetto quotidiano.

[/hidepost]

Pubblicato il
9 Giugno 2021
Ultima modifica
10 Giugno 2021 - ora: 14:57

Potrebbe interessarti

Proposta dal Bureau Veritas Italia come strumento di garanzia

“Safe container”, una certificazione

Per ridurre i costi della sinistrosità, 6 miliardi di dollari all’anno, l’attestato di sicurezza - Ogni 5 anni i controlli sui Teu dry e ogni 2,5 anni, per quelli cisterna per merci pericolose

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora

Se rullano tamburi di guerra

Facciamo così: se avete voglia di ripassare con me un po’ di pillole di storia, che possono insegnarci qualcosa sull’attuale preoccupante rullo di tamburi di guerra, provo a pescare nella memoria.   Le spese per rinforzare...

Leggi ancora