Livorno hub portuale dell’idrogeno

Nella foto: La presentazione dello studio da parte di Francescalberto De Bari dell’AdSP Nord Tirreno.

LIVORNO – La costa della Toscana – riferisce testualmente un servizio di Hydronews sul web firmato da Francesco Bottino – con al centro gli scali di Livorno e Piombino, ha tutte le carte in regola per proporsi come prima hydrogen valley marittimo-portuale italiana, puntando sullo sviluppo di una filiera completa dell’H2 che dovrà partire dalle applicazioni in qualche modo già pronte allo switch energetico per poi traguardare target di più lungo periodo, compresa la realizzazione, sulle banchine labroniche, di un terminal per l’import di idrogeno (e/o ammoniaca) via mare.

È la strada tracciata da The European House Ambrosetti, incaricata dall’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale – la prima AdSP italiana ad essersi mossa in modo così articolato e organico sul tema – di mettere a punto un Blueprint strategico sulla hydrogen valley della costa toscana.

Il lavoro – il cui obbiettivo è stato illustrato ad HydroNews da Antonella Querci, dirigente Sviluppo, Programmi Europei ed Innovazione dell’authority toscana e ribadito poi da Francescalberto De Bari, che dello stesso ente è responsabile del Servizio Programmai Europei e Innovazione – è ancora in progress, e si concluderà con la presentazione del Blueprint definitivo.

Ma nel corso di un apposito evento tenutosi a Livorno a ottobre Lorenzo Tavazzi e Alessandro Viviani, rispettivamente Partners Responsabile Scenari e Intelligence e Senior Consultant Innovation Hub di The European House Ambrosetti, ne hanno illustrato le principali risultanze, mettendosi quindi a disposizione di una nutrita platea di stakeholders per un confronto sui contenuti.

Il dossier di Ambrosetti propone un’approfondita disamina dell’attuale filiera nazionale dell’H2 e delle potenzialità che, nell’ottica di un suo ulteriore sviluppo, caratterizzano la Toscana, 6a regione manifatturiera con la presenza distretti ‘hard to abate’ come quello della carta e della chimica (che assorbono il 41% dell’energia utilizzata da tutta l’industria regionale) e in generale più ‘energivora’ della media nazionale (4,9 GWh contro 4,7 GWh), e in particolare il porto di Livorno, 3° scalo nazionale per movimentazione merci (con una storica vocazione per le commodity energetiche) e 4° per quella dei passeggeri.

Tra gli ambiti di utilizzo, Ambrosetti indica il trasporto pesante in ambito portuale, la manovra ferroviaria portuale, il TPL, il cold ironing e il riscaldamento degli edifici portuali.

Ambrosetti mette quindi a fuoco anche le modalità di approvvigionamento di tutto l’idrogeno che sarebbe necessario ad alimentare le applicazioni menzionate, stimando che al 2025 la produzione potrebbe avvenire sostanzialmente in loco, prevedendo la generazione di H2 co-localizzata con le stazioni di refueling realizzate nell’ambito portuale (tramite elettrolizzatori da 500 Kw impianti fotovoltaici collegati, per un investimento complessivo 500.000 euro) e candidando anche il porto di Livorno ad ospitare uno dei progetti per l’installazione di elettrolizzatori fino a 10 MW previsti alla voce 3.1 del PNRR, per un investimento stimato di circa 10 milioni di euro. Gli interventi del tavolo tecnico sono visionabili sul canale Youtube della Direzione Sviluppo, Programmi Europei e innovazione dell’AdSP del Mar Tirreno Settentrionale.

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