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MERCATO DELL'AUTO

La Tesla di Musk dimezza le vendite: è l’effetto anti-Trump

E a Livorno, dopo l'alleanza fra i due, immatricolate solo cinque vetture del marchio tech Usa

LIVORNO. Per trovare una Tesla immatricolata in provincia di Livorno bisogna tornare indietro a prima della fine dell’anno: né in gennaio né in febbraio ne hanno vista una negli uffici burocratici dell’immatricolazione. A dar retta ai registri dell’Unrae, l’organizzazione di categoria delle case automobilistiche estere che operano in Italia nella distribuzione e commercializzazione di automobili, le ultime Tesla a Livorno le abbiamo viste acquistare nel dicembre scorso. Quattro su un complesso di 623: con la Fiat, come al solito senza modelli effettivamente nuovi, che ne totalizza 57 e all’ombra dei Quattro Mori viene sorpassata da Dacia (82) e da Ford (62), raggiunta da Volkswagen e incalzata da Toyota (46).

LIVORNO: SOLO CINQUE TESLA IN 5 MESI

Non si può dire che in provincia di Livorno le vendite fossero entusiasmanti già da prima: 17 Tesla nel giugno scorso e cinque a settembre, ma a malapena una in novembre e lo stesso dicasi in luglio, nessuna in ottobre e neanche in agosto. E in altre province? A Pisa invece in febbraio sono state messe in strada sei Tesla, a Lucca cinque e a Firenze 83.

L’imprenditore Elon Musk a una recente iniziativa pubblica negli Usa

Ma per la società di Elon Musk – in realtà fondata dai californiani Marc Tarpenning e Martin Eberhard nel 2003, poi usciti di scena dopo l’ingresso di Musk – le vendite non vanno proprio a gonfie vele anche nel resto d’Italia. Nello scorso mese di febbraio i dati ufficiali parlano di 843 immatricolazioni, erano state 1.851 nello stesso mese dell’anno precedente: più che dimezzate (meno 54,5%). Le cifre di mese in mese sono una fila di alti e bassi: crescita poco più che zero in gennaio, bene in dicembre (più 38,3%), una doppia batosta nel resto dell’autunno (meno 70,2% in novembre e meno 46,7% in ottobre). Al tirar delle somme, dall’inizio di ottobre in poi si sono contate 3.903 auto immatricolate, assai meno delle 6.856 nell’analogo periodo di dodici mesi prima. Un ruzzolone all’ingiù che vale oltre 60 punti percentuali.

Sempre sulle montagne russe di dati che sembrano essere sull’ottovolante fra boom e cedimenti, fatto sta che nei mesi fino al settembre scorso la Tesla se l’era cavata mica male: da febbraio a settembre 2024 in tutto le auto immatricolate in Italia erano state 13.215 (contro le 11.706 dello stesso arco temporale nel 2023). In percentuale: quasi 13 punti in più.

MUSK SPONSOR DI TRUMP

Non è senza motivo se è stato preso ottobre per distinguere i due periodi: il 5 ottobre è il giorno in cui Donald Trump si ripresenta sul palco di Butler, Pennsylvania, dove un giovanissimo attentatore gli aveva sparato ferendolo a un orecchio: la prima volta in cui davanti agi occhi del mondo Elon Musk affianca The Donald con così tanto fervore nella corsa elettorale per la Casa Bianca contro Kamala Harris. Dunque: da quel giorno in poi in Italia le Tesla hanno visto calare di oltre il 60% le immatricolazioni rispetto a dodici mesi prima; fino a quel momento invece il trend, seppur sull’altalena, era in attivo di 13 punti percentuali.

La stampa di mezza Europa ha richiamato l’attenzione sul flop di vendite della casa automobilistica di Musk dopo il coinvolgimento così forte nelle politiche di Trump e nelle sue esternazioni (che talvolta il magnate sudafricano raddoppia). Ma queste sono cifre ufficiali, non indiscrezioni: da quando Musk ha in modo così plateale “abbracciato” Trump, gli acquirenti italiani gli hanno voltato le spalle. Quelli livornesi, peggio che mai: in tutta la provincia l’ufficio immatricolazione ha messo il timbro solo per cinque Tesla.

“Cybertruck” nelle strade di Boston, maggio 2024 (mz)

Oltretutto, nel frattempo, Tesla resta il marchio più noto delle auto 100% elettriche ma il sorpasso da parte della cinese Byd è già avvenuto a livello globale. In Italia no: lo scorso anno Tesla ha immatricolato nel nostro Paese 15mila auto e Byd poco più di 2.700. Ma nel 2024 Tesla in Italia è andata all’indietro di quasi sei punti percentuali mentre la percentuale di crescita numerica delle vendite di Byd non è stata nemmeno calcolata perché il marchio cinese le aumenta di quasi tredici volte in un sol colpo (da 215 a 2.771 in tutto l’anno, ma da 44 a 635 nel solo mese di dicembre).

DIETRO L’ATTUALE FLOP

Il tracollo c’è. Colpa di cosa? Alcuni fra gli analisti dell’industria dell’auto segnalano che c’entra l’aspettativa di un netto rinnovamento dei modelli Tesla e dunque si attende per fare l’acquisto immaginando di comprare il modello ancor più innovativo. Non è detto poi che tutto quel che Tesla tocca si trasformi in oro: il design delle linee è relativamente “tradizionale” rispetto alle capacità innovative di alcuni grandi designer europei, e quando ha provato a essere visionario ne è saltato fuori qualcosa di agghiacciante come il “Cybertruck” (spesso negli Usa acquistato a scatola chiusa, atteso per anni e talvolta rivenduto subito dopo…).

Quanto al mercato che le auto di Musk possono avere a Livorno, è possibile che una qualche parte in causa l’abbia anche la crisi economica: del resto, Tesla si rivolge a un pubblico di fascia alta.

È tuttavia evidente che anche nel Vecchio Continente la scelta di Musk di stringere con Trump una alleanza così stretta possa aver influito sulle scelte degli acquirenti: una sorta di protesta dei consumatori per contestare la nuova linea del governo americano e per prendersela con un Musk mai così coinvolto in politica: insomma, l’effetto Trump. Lo vedremo nei prossimi mesi: se ci saranno nuovi modelli Tesla e se la clientela tornerà a comprare le auto di Musk. Altrimenti è un autogol che fa il bis con il boomerang che gli americani si beccheranno fra capo e collo con i rincari indotti dalla guerra dei dazi.

Mauro Zucchelli

Pubblicato il
6 Marzo 2025
di MAURO ZUCCHELLI

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