Trasporti cargo, stravince la gomma
ROMA – Le autostrade del mare sono vitali, specie in un paese come i nostro che una lunga penisola. Ma tutti dati sul presente certificano che c’è ancora molto da fare per alleggerire le strade, trasferendo i carichi merci – e anche i passeggeri – dalla gomma ai traghetti.
L’ultima indagine è firmata da Nomisma e riporta una realtà che non lascia dubbi: l’87% del traffico merci in Italia si svolge su strada, con un rapporto di 582,1 miliardi di tonnellate/chilometro. Per inciso, che il movimento delle persone è prevalentemente stradale ed autostradale (89% del totale con 881 miliardi di passeggeri/chilometro. Le autostrade del mare sono ferme a poco meno del 9%: c’è quindi ampio spazio per crescere, specie se i porti e gli “ultimo miglio” sapranno migliorare.
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Gli scenari tendenziali – scrive sempre Nomisma – sono per altri incrementi del trasporto su gomme. L’analisi riguarda i periodi temporali al 2030 e poi al 2050: al primo traguardo, prendendo come partenza i dati di dieci anni fa, la crescita del trasporto cargo su gomma sarà del 31%. Già l’anno scorso l’italia ha superato ogni precedente record per il trasporto autostradale delle merci. I veicoli pesanti hanno percorso 20 miliardi di km in autostrada, mentre quelli leggeri (furgoni), sempre cargo, ne hanno percorsi addirittura 65,7.
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Ne deriva che le autostrade italiane sono tra le più battute dai traffici cargo e anche il confetto delle tariffe sembra favorevole in rapporto a Germania, Francia e Spagna, Quello che invece si riscontra in chiave negativa è la vetustà delle stesse strutture, che portano spesso code, o almeno rallentamenti, scarsa efficienza dei gates di entrata e uscita, pompe con carburante più caro rispetto a quello urbano. Un ultimo dato: per rendere la rete autostradale davvero efficiente e moderna, occorreranno circa 50 miliari di euro. A spese di chi, in quali tempi e con quali progetti?
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