Presidenze AdSP, i rinnovi e le scelte
LIVORNO – Ci siamo: in questo febbraio iniziato oggi scadono le “prorogatio” dei presidenti delle Autorità di Sistema Portuale già arrivati a fine mandato e confermati per i 45 giorni di legge. L’elenco comincia con Pino Musolino dei porti di Roma: scaduto il 17 dicembre 2024. Rimane ad oggi in prorogato, con la possibilità di fare il secondo mandato. In teoria il MIT dovrebbe nominare necessariamente entro oggi un commissario al suo posto. Sarà un ufficiale delle Capitanerie, come è stato fatto in altri casi? O forse la scelta sarà stata già comunicata mentre noi andiamo in stampa?
Entro la fine di febbraio scadranno i 45 giorni di prorogatio anche per i presidenti di Taranto e Ravenna: poi dovrebbe essere nominato anche il presidente di Palermo, perché Pasqualino Monti, pur non avendo terminato il mandato, è già impegnato come ad di ENAV, che lo assorbe molto. Ad aprile scade anche Luciano Guerrieri presidente dell’AdSP del Tirreno Nord: rinnovabile, gradito al presidente della Regione ma in fase conflittuale con il cluster che contesta la sua posizione del TDT di Grimaldi. A luglio scadono i presidenti di Gioia Tauro e di Cagliari con una certezza: Agostinelli è stanco di quel grande, complesso e più che impegnativo porto e non si è ricandidato, pur essendo forse disponibile per un’altra AdSP. E c’è aperto il clamoroso caso di Genova, dove i vari passaggi (segretario, ammiraglio etc) non sembrano ancora approdati al dunque.
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Come noto, ci sono state da tempo le presentazioni di quasi 500 curricula di aspiranti alle presidenze in scadenza: che sono, complessivamente, una dozzina entro la metà di quest’anno: ma ormai sembra acclarato che le nomine dei nuovi presidenti – o le conferme di almeno alcuni dei confermabili – non saranno così prossime come sarebbe necessario. Lo stesso viceministro Rixi, che ha le mani in pasta su tutto il complesso meccanismo, ha fatto capire più di una volta che il governo intende procedere in modo organico con una visione allargata, considerando cioè il rinnovo delle cariche in un quadro nazionale che debba rispondere anche alle decisioni dell’attesa (anche da troppo tempo attesa) riforma della riforma portuale. E a questo punto è tutto possibile: c’è chi ha sostenuto che ancora una volta, malgrado le promesse di Rixi e Salvini, i giochi si faranno sulle distanze (o pretese) dei vari partiti, ovviamente della maggioranza, sia pure con le mediazioni delle Regioni; e in questo caso la dichiarata volontà di avere presidenti non politici ma veramente esperti di logistica marittima potrebbe rimanere una velleità. Intanto c’è una scelta ravvicinata dalla quale Rixi non può esimersi. I commissari per le AdSP scadute: Taranto, Civitavecchia, Ravenna e quella non scaduta ma a… mezzo servizio, ovvero Palermo. Ci si interroga su quale sarà il principio: in ordine sparso, oppure i segretari generali come reggenti, o gli ammiragli delle Capitanerie di porto, o qualcun altro “Unto dal Signore”?
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Non ci piace sparare sulla Crocerossa, come si dice: e sappiamo che scelte del genere sono difficili in quanto incrociano le competenze di CIPOM, Ministero del mare, Ministero dei porti, Regioni marittime, e anche (più o meno indirettamente) dei grandi network logistici che investono sulle banchine. Ma sono scelte che vanno fatte, anzi che avrebbero dovuto essere già fatte da tempo. La stessa Riforma portuale è di una grande urgenza: in particolare a fronte dei grandi cambiamenti internazionali del trading, della politica economica, delle sfide dei grandi blocchi, delle tecnologie nello shipping e nella portualità, dell’irrompere dell’IA in tutto lo scibile. Come si riceva ironicamente un tempo: ce la faranno i nostri Eroi?
(A.F.)
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