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DIETRO I DATI DELL'ACI

Meno auto nuove vendute, vola il mercato dell’usato

Città per città, l'andamento in Toscana: Livorno quasi da record

LIVORNO. L’ultimo report sulle immatricolazioni avverte che anche nei primi due mesi dell’anno è risultato in calo (meno 6,1%) il mercato delle auto nuove: un segno negativo che ne mette in fila una sfilza di altri ancora. Basti pensare che è dal luglio scorso che non compare il “più” nel bollettino mensile delle vendite: 4,9 punti in meno in dicembre (su base annua), meno 10,8 % in novembre, meno 0,1% in ottobre, meno 10,7% in settembre, meno 13,4% in agosto.

Invece il fronte del passaggio di proprietà di vetture usate sembra crescere in maniera significativa: nel 2019 dell’era pre-Covid per ogni 100 macchine nuove ne sono state vendute 159 usate, nei dodici mesi dello scorso anno per ogni cento nuove avevano cambiato padrone 198 vetture. E adesso? A dar retta alle cifre di “Auto-trend” – l’analisi statistica realizzata dall’Automobile Club d’Italia sui dati del Pra (Pubblico registro automobilistico) –  in questi primi due mesi del 2025 le vetture usate che hanno cambiato padrone sono state 212.

Crollano invece in febbraio le radiazioni dei veicoli, cioè la cancellazione: giù del 27,4% per tutte le categorie (e 24,5% per le sole auto).

Tutto questo ci spiega anche quel che sta accadendo nelle aree tutt’attorno al porto di Livorno, uno degli scali più importanti del Paese nella geografia della commercializzazione delle auto nuove. Ormai non c’è angolo in cui non siano stoccate vetture: le auto sembrano essersi conquistate ettari e ettari come quasi mezzo secolo fa facevano i container che spuntavano ovunque. Con una differenza: a quel tempo eravamo il primo porto del Mediterraneo per traffico container, invece adesso i dati dell’Autorità di Sistema Portuale di Livorno raccontano numeri formato crisi. In concreto: 498.948 le auto nuove giunte nel porto di Livorno nell’arco dei dodici mesi dell’anno scorso, quasi 551mila nel 2023. Dunque: siamo di fronte a una flessione del 9,4%. Se il paragone lo facessimo con l’era pre-Covid, il bilancio sarebbe ancora più pesante: meno 22,1%.

La ricarica di un’auto elettrica

La possiamo interpretare forse così: se in passato le auto stoccate dappertutto voleva dire che il mercato dell’industria dell’auto tirava, cioè c’era bisogno di avere spazio dove piazzare le auto in attesa di trasportarle dal concessionario, ecco che ora i piazzali sono pieni sì ma a ingolfarli sembrano principalmente i mancati ritiri.

Del resto, le statistiche dell’Aci dicono che, al netto delle mini-volture (cioè il provvisorio passaggio di proprietà al rivenditore che poi a sua volta cederà l’auto al nuovo cliente), nello scorso febbraio si sono contati 279.583 passaggi di proprietà, erano stati 273.939 dodici mesi prima. Calcolando il saldo sulla base delle giornate effettivamente lavorative, salta agli occhi che nei primi due mesi del 2025 il mercato dell’usato è cresciuto di 3,2 punti percentuali (e nel solo febbraio, di oltre il doppio: più 7,2%).

Quale tipo di auto viene acquistato? Non stupirà notare che «le vetture diesel dominano ancora il mercato dell’usato» con il 43,6% del totale delle compravendite totali (anche se un po’ in calo a paragone dello scorso anno): si pensi che gli addetti ai lavori hanno ipotizzato come lo stop alle immatricolazioni di auto nuove con motore tradizionale – entro il 2035 secondo le decisioni “verdi” dell’Unione Europea – avrebbe fatto impennare la richiesta di auto usate diesel. Non posso comprare il nuovo perché vietato, il diesel lo cerco sul mercato secondario dell’usato. Vero è, però, che siamo ancora lontano da quella scadenza, e dunque l’impatto è causato da altro: forse lo standard dei prezzi, ad esempio.

Da segnalare che il passaggio di mano di vetture ibride a benzina non interessa che una macchina su 12 fra quelle compravendute in febbraio (8,5%). Ma la tendenza è in aumento: più 36,1% a confronto con dodici mesi prima. Idem per le auto 100% elettriche: non arrivano nemmeno all’un per cento (0,9%) del mercato, e tuttavia mettono a segno un incremento del 54,3%.

Se guardiamo poi all’andamento provincia per provincia, emerge che in febbraio in Toscana sono passate di mano 16.888 auto  usate, l’1,6% in più a confronto con l’analogo dato 2024. Ma è un dato a macchia di leopardo: ad esempio, in calo Firenze (meno 0,6%), Massa Carrara (meno 4,3%), Pisa (meno 0,9%) e Prato (meno 1,5%). All’opposto, è in crescita l’usato a Pistoia (più 4,6%), Lucca (più 3,1%), Grosseto (più 2,5%) e Siena (più 0,8%). Ma, a parte il caso a sé della provincia di Arezzo (più 8%), vale la pena di rimarcare che la realtà territoriale di Livorno traina l’incremento dell’usato: è oltre il triplo della media regionale e vola a un passo dai cinque punti percentuali.

Sarebbe troppo semplicistico cercare, solo sulla base di questi dati sulle compravendite di auto usate, di ricavarne indicazioni che consentano di capire cosa c’è dietro: sta di fatto però nella metà d’Italia a nord di Roma solo un gruppetto di province (Biella, Cuneo, Aosta, Monza, Bolzano, Belluno, Udine, Parma, Arezzo, Perugia, Ascoli, Fermo, Rieti) mostrano un aumento di auto usate vendute maggiore che a Livorno. È un indizio di fragilità economica o quantomeno di minori disponibilità nel bilancio familiare? È una misura un po’ a spanne, ma è un dato incontrovertibile che l’incremento delle vendite di auto usate sia in Lombardia minimo (più 0,5%), in Veneto idem (più 1,0%) e quasi lo stesso dicasi in Emilia Romagna o nel resto della Toscana (ben sotto i due punti) mentre in province siciliane come Enna o Trapani si vola attorno al più 16-17%, a Matera o Isernia più 10%. Va detto però che le cifre non si tagliano con l’accetta: a Udine si sfiora un aumento di dieci punti, nelle Marche di Fermo si supera quota 11 a Bolzano sia a un niente dal più 15%.

Mauro Zucchelli

 

 

Pubblicato il
11 Marzo 2025
di MAURO ZUCCHELLI

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