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Il paradosso Cnel

I trasportatori ricorrono ai TAR e ironizzano sulla politica generale di settore

ROMA – “Cacciati in esilio dall’isola che non c’è. Non ci sentiamo Peter Pan, ma non troviamo migliore sintesi per definire quanto è stato riservato alle migliaia di imprese dell’autotrasporto che rappresentiamo”.
[hidepost]Ad affermarlo è Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito, commentando a caldo la decisione del governo di abolire il Cnel. “Non più di un mese fa i funzionari del ministero dei Trasporti – ricorda Longo – ci hanno comunicato che la nostra associazione sarebbe stata “espulsa” dall’Albo dell’autotrasporto, non perché avesse cessato di rappresentare la categoria in tutte le regioni d’Italia, ma perché, essendo autonoma e non legata a Confederazioni sedute nel Cnel, non aveva diritto a un posto nell’Albo categoriale”.
Si sta consumando un paradosso grottesco: siamo cacciati dall’Albo e dai benefici ormai anacronistici ma reali derivanti dall’inserimento in questo altro “dinosauro burocratico” perché non siamo parte integrante di un istituto inutile, il Cnel “che sta finalmente tirando le cuoia”. Per intanto Trasportounito – afferma ancora il segretario generale dell’associazione dell’autotrasporto – deve affidarsi alla giustizia amministrativa dei TAR per tutelare il diritto sacrosanto dei suoi associati a non essere considerati operatori di serie B, perché non in possesso del bollino blu di un ente inutile”.
“Ma se è davvero venuto il momento di fare piazza pulita – conclude Longo – crediamo che sia ormai improrogabile anche l’azzeramento dell’Albo dell’autotrasporto (dopo 40 anni di vigenza) e un ripensamento sull’Autorità dei Trasporti, mantenuta, guarda caso, con un’addizionale fiscale a carico delle aziende”.

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Pubblicato il
5 Aprile 2014

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