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L’UE pensa in grande sui trasporti nel piano per 500 miliardi in due anni

Quasi il 30% della cifra destinata alle reti per movimentare le merci tra porti e ferrovie – Al secondo posto con analoga percentuale gli interventi sull’energia – L’intervento degli investitori privati

BRUXELLES – Duemila progetti per investimenti per 1 miliardo e 300 mila euro, di cui almeno 500 miliardi nel biennio 2015-17. Pensa in grande la task force dell’UE costituita dalla commissione per le infrastrutture, dalla BEI e dalle rappresentanze dei ministeri delegati dagli Stati membri.
[hidepost]E non si tratta di speranze o di pre-indicazioni: le cifre sono la sintesi di un articolato rapporto inviato all’Ecofin riunito a metà settimana a Bruxelles. Con la benedizione del commissario Juncker, che punta a dar forza “a un nuovo principio con il quale vengano definitivamente tolti gli sbarramenti che impediscono a settore pubblico e settore privato di avviare investimenti infrastrutturali”. Si punta, in sostanza, a incentivare l’intervento del “venture capital”.
Ogni paese, Italia compresa, ha presentato per il documento la sua “lista della spesa”. Da sottolineare che il porto di Genova è in testa con ben 13 progetti per un totale di 260 milioni. Almeno 1 miliardo la richiesta per ammodernare il nodo ferroviario a servizio del porto di Palermo, con estensione al risanamento di parte della città. Sempre nelle richieste dell’Italia, il contestatissimo progetto della piattaforma offshore di Venezia per un totale di quasi 1 miliardo (948 milioni); evidentemente a livello di governo nazionale le contestazioni dei porti dell’Adriatico al mega-investimento (si veda su questo stesso giornale la presa di posizione di Ravenna) non sono state prese in considerazione ed ha prevalso il carisma personale del presidente dell’Authority veneziana. Rimane da capire quanto Bruxelles accetterà dei progetti italiani e se le valutazioni tecniche corrisponderanno al peso “politico” di certe indicazioni.
Complessivamente, si legge nel rapporto da Bruxelles, i 28 paesi membri dell’Unione hanno ripartito come segue i loro progetti-proposte: 29% trasporti, 29% energia, 19% economia digitale e innovazione, 15% infrastrutture sociali, 9% risorse per l’ambiente.
Sempre da fonti vicine alla Commissione europea, circa 800 miliardi potranno essere recepiti da fondi privati in particolare per infrastrutture da realizzare entro il 2023. Bruxelles ha ribadito il concetto che sono ammessi alla valutazione solo progetti che abbiano completato l’iter burocratico per la loro approvazione dai paesi membri; il che potrebbe “ripulire” di molto la lista.

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Pubblicato il
13 Dicembre 2014

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