“Galilei”, il gran balzo
L’aeroporto della costa verso la III categoria e promette anche una nuova aerostazione – La cerimonia e le prospettive

Nella foto: (da sinistra) Gina Giani, Paolo Angius e Roberto Naldi.
PISA – La cerimonia è stata importante per l’importante inaugurazione della nuova pista del “Galilei”: quasi 3 mila metri totalmente rifatti ed ammodernati con sistemi di assistenza al volo dell’ultima generazione, un nuovo raccordo con la pista secondaria, 19 milioni di investimenti, che hanno fatto fare il salto di qualità dalla categoria I alla II. Ma la vera sostanza della festa di venerdì scorso al “Galilei” è che l’aeroporto sta velocemente marciando verso la categoria III, cioè la massima, punta a 10 milioni di passeggeri annui, e si pone come obiettivo quello di diventare il cuore del sistema aeroportuale toscano, a sua volta tra i primi dieci sistemi italiani. Gina Giani, amministratore delegato e direttore generale di SA, era commossa indicando sulla lavagna luminosa i traguardi raggiunti e quelli verso cui marcia. Ma commossi sono apparsi anche il presidente di SAT Paolo Angius e il presidente di Corporation America Italia Roberto Naldi: commossi ed orgogliosi di un piano di crescita che – ha detto Naldi – è solo l’inizio di un programma che prevede ulteriori investimenti di alto livello, compreso il rifacimento (ovviamente ingrandito) della stessa aerostazione passeggeri e merci, una nuova torre di volo e altri servizi.
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Nella foto: Gina Giani davanti ai rendering dei nuovi impianti.
Tra gli “effetti collaterali” dei lavori appena completati c’è anche il ridotto impatto acustico sulla città, grazie all’allontanamento della fase culminante dei decolli dal tessuto urbano, e al trasferimento di alcuni nuclei familiari dalla zona critica. Si è anche sottolineata la stretta collaborazione con l’Aeronautica Militare, di stanza al “Galilei” con la 46° Brigata Aerea comandata dal generale Roberto Boi (che a sua volta ha citato il “miracolo” di mesi di lavori sulla pista senza una rallentamento dell’operatività e senza un solo incidente). Ma più che i lavori in se (si è ricordato che sono state realizzate pavimentazioni rigide per 32 mila metri quadri, pavimentazioni flessibili per 200 mila metri quadri, un nuovo impianto di assistenza volo con luci incassate a led su 1250 “punti”, fari di atterraggio potenziati, e il tutto in auto-finanziamento) è il grande progetto a dire quanto il “Galilei” intende diventare: e che indica come il socio di maggioranza Corporation America Italia abbia intenzione di farne un asset fondamentale del sistema non solo nazionale. Il quadro in cui ci muoveremo – ha ricordato Naldi – comporta una netta interconnessione operativa tra Firenze, destinato a “voli di alto livello nel range europeo” e Pisa, “con l’ulteriore incremento della grande rete dei low cost e con i voli intercontinentali che i rinnovati impianti consentono”. Con un concorrente che cresce “pericolosamente” da battere: la Turchia, che sta trasformando l’aeroporto di Istanbul in un “hub” ultramoderno e ultra-funzionale.
In sostanza: dal Galilei dobbiamo aspettarci i già tante volte promessi voli con la Cina, ma anche l’incremento dei collegamenti con il Far East, l’America del Nord e anche – vista l’origine e la struttura già esistente – con l’America Latina.
In questo quadro, i 10 milioni di passeggeri ipotizzati non sembrano essere un sogno: e la stessa Sara Nocentini, assessore al turismo della Toscana, ha ricordato che la regione è tra le più appetite dal turismo mondiale e quindi avrà certo vantaggi su tutto il territorio dal nuovo grande scalo aereo.
Un’unica amarezza: in questo grande progetto, sembra non esserci spazio – o almeno, sinergia – per Livorno e il suo nascente polo delle crociere e dei grandi traghetti per le isole delle vacanze. All’inaugurazione, per Livorno non c’era nessuno. E anche a Miami – è stato il commento sottopelle nell’ambito della cerimonia – dove si è proposto ancora una volta il “polo” delle crociere di Livorno, nessuno ha presentato il Galilei così come sarebbe stato opportuno in un quadro di vera e concreta interconnessione tra i due sistemi. Solo un limite di strategia di Toscana Turismo o c’è qualche altro “buco nero”?
A.F.
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