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A Malpensa troppe tasse sul cargo merci

MILANO – Come per più volte sottolineato la Comunità Cargo Aereo Italiana circa 500.000 tonnellate di merci italiane arrivano nel nostro Paese o partono per l’estero utilizzando aeroporti europei bypassando gli aeroporti nazionali.
[hidepost]Ciò porta ad una minore efficienza delle nostre imprese, ad un costo sociale elevato (maggiore traffico ed inquinamento atmosferico) e ad una perdita economica per il nostro Paese.
La comunità del trasporto merci via aerea – sottolinea una nota a firma di ANAMA, Assohandlers, Comitato utenti, IBAR e CWG (AOC) Malpensa – da diversi anni lavora affinché l’Italia possa recuperare questo gap competitivo, cercando di realizzare le migliori condizioni affinché le merci italiane possano volare attraverso gli aeroporti nazionali.
Per questo i firmatari chiedono di razionalizzare gli investimenti sugli aeroporti per renderli maggiormente attrattivi (e in questo senso auspicano che il Piano Nazionale Aeroporti recepisca le richieste degli operatori); allo stesso tempo sollecitiamo l’adozione di regole chiare ed al passo con quelle degli altri Paesi europei.
Malpensa da sola movimenta oltre il 50% delle merci che passano da aeroporti italiani rappresentando, di fatto, il principale aeroporto cargo italiano.
Anama, Assohandlers, IBAR e AOC dialogano continuamente con la SEA, società che ha la gestione dell’aeroporto varesino, al fine di trovare le formule migliori che possano incentivare l’utilizzo di Malpensa.
Purtroppo, nonostante gli sforzi compiuti, le ultime decisioni di SEA – afferma la nota – sembrano andare incontro a mere politiche di bilancio con l’incremento delle tasse aeroportuali sulle merci (per ora solo annunciate; ricordiamo che le tasse aeroportuali esistono solo in Italia) e la volontà di addebitare un costo ai mezzi che si recano presso la Cargo City di Malpensa per il carico e scarico delle merci.
In particolare l’introduzione di questo ulteriore aggravio viene visto dalla comunità cargo italiana con grande sconforto perché nessun porto o aeroporto ha mai pensato di tassare (tale costo viene visto appunto come una imposta) la merce per il solo fatto di dover essere scaricata.
Con questa mossa l’aeroporto di Malpensa, già tra i più cari d’Europa, verrà visto ancor più come uno scalo poco conveniente vanificando il lavoro che da tanti anni la comunità cargo aerea italiana sta cercando di portare avanti.
Anama, Assohandlers, IBAR e AOC trovandosi di fronte al muro eretto da SEA hanno lanciato un appello al Sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, affinché intervenga a difesa dell’interesse dell’industria italiana.

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Pubblicato il
27 Giugno 2015

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