Niente più banchine in concessione il POT ridisegna il porto labronico

Oltre 300 milioni di euro da spendere in tre anni, compreso il dragaggio della bocca sud – I piani per le crociere con la privatizzazione della Porto 2000 – Indicate le priorità e le prospettive

Roberto Piccini

LIVORNO – Le linee del nuovo piano operativo triennale (POT 2010-12) del porto labronico sono state presentate nell’ultimo comitato portuale che, come già abbiamo scritto, si è tenuto a Capraia venerdì scorso.

Il comitato, al quale hanno partecipato anche esponenti di primo piano dell’imprenditoria portuale come Piero Neri, Enio Lorenzini ed Enzo Raugei, ha affrontato molte (forse troppe) tematiche da tempo sul tappeto, cercando di dare loro un ordine comune e una serie di priorità. In stretta sintesi, come ha riferito lo stesso presidente Piccini alla stampa, il POT è basato sulla conferma della filosofia del “porto dei porti”, riconoscendo il valore anche economico sempre maggiore di comparti che un tempo venivano contemplati come marginali: le crociere prima di tutto, (e si va verso la privatizzazione della Porto 2000, con la messa in gara dei servizi entro la fine dell’estate) ma anche la cantieristica da diporto, la nautica, e tipologie di merci che premono alle porte dello scalo ma non hanno ancora aree destinate, come l’impiantistica e la grande carpenteria.

Il POT ridisegna molti assetti. Si partirà da una individuazione più puntuale dell’area delle crociere con la banchina 75 e quindi la calata Orlando – oggi destinata ai rinfusi – da ridisegnare nelle linee e nei fondali per le navi da crociera e i traghetti pax. Conferma che i rinfusi passeranno al molo Italia – che nel frattempo avrà dragati anche i due lati di banchinamento residui – e si avrà una specializzazione della sponda Est della Darsena Toscana a servizio delle esigenze multipurpose. Il tutto in attesa ovviamente che si possa concretare il “piano dei piani”, cioè quella Piattaforma Europa che a sua volta delocalizzerebbe i containers all’estero del Terminal darsena Toscana, liberando quest’ultima per traffici meno impegnativi e per un eventuale ulteriore sviluppo delle Autostrade del mare. Per le riparazioni navali, uno dei temi caldi da mesi, il POT individua un progressivo spostamento delle stesse e dei bacini in area industriale (Darsena 1?) mentre il prossimo trasferimento della Dole al “Livorno Reefer” libererà l’Alto fondale dai forestali, con possibili utilizzi alternativi. In totale, l’impegno di spesa previsto in totale nel triennio è di circa 301 milioni di euro, che comprende i due interventi fondamentali di dragaggio: l’allargamento (a poco più di 100 metri) ed approfondimento della strettoia del Marzocco e il dragaggio e la correzione dei fondali alla bocca sud del porto, con il conferimento in vasca di circa 100 mila metri cubi di fanghi.

Ma il punto focale della filosofia illustrata a Capraia dal presidente Piccini è, nella sua vera sostanza, il principio che le banchine torneranno progressivamente ad essere tutte pubbliche e che le concessioni verranno progressivamente limitate alle sole aree e piazzali. Il che consentirà un vero utilizzo a pieno regime delle banchine stesse da parte di chi arriva con i traffici, garantendo i concessionari delle aree del diritto di accosto prioritario ma nello stesso tempo evitando tempi morti con banchine vuote e navi in attesa in rada: una situazione purtroppo frequente che le nuove regole dovrebbero rapidamente trasformare in eccezione.

Il POT contiene poi anche molte altre indicazioni, compresi elementi di riassetto e potenziamento della “macchina” dell’Autorità Portuale, con nuove figure professionali, nuove iniziative promozionali e un rafforzamento di quella visione strategica dell’associazione delle Autorità Portuali toscane che ad oggi è rimasta più una buona intenzione che una realtà operativa. Così come il “Green port esteso”, anch’esso pieno di ottime enunciazioni ma quasi vuoto – ad oggi – di fatti concreti.

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