Vte contro Maersk ma Contship gioca duro
GENOVA – Nessuno dubitava che la ripartizione dei fondi statali ai porti (pochi soldi, maledetti e forse nemmeno subito) avrebbe acceso polemiche e contestazioni. Puntuale è arrivata la cannonata genovese contro il finanziamento del terminal Maersk di Vado, uno dei beneficiari.
[hidepost]Nella sostanza: sono soldi buttati perché con la sovracapacità del sistema ligure già programmato, favoriranno solo una concorrenza a scannarsi. Secondo Gilberto Danesi, amministratore delegato del Vte (Genova Voltri) innescherà un dumping che farà del male a tutti.
Danesi parla, ovviamente, in difesa della propria struttura. Cicero pro domo sua, non c’è dubbio. Ma non per questo i suoi argomenti non sono validi. Se è vero che oggi Maersk opera sul Vte ed ovviamente quando avrà il suo terminal a Savona chiuderà con Genova, è anche vero che le previsioni di crescita dei traffici containers da qui al 2020 nel sistema ligure sono di circa 500 mila Teu: e che il solo Vte sarà in grado di offrire più o meno lo stesso incremento di potenzialità. Senza considerare – ha detto Danesi in una recente intervista – all’aumento di potenzialità quasi uguale di calata Bettolo. Più ancora i riempimenti di Canepa-Ronco: in sostanza, “il sistema Genova” ha potenzialità addirittura in eccesso rispetto alle previsioni di crescita dei traffici containers per i prossimi 8 anni. Morale: a che serve un mega-terminal quasi totalmente a spesa pubblica che innescherà una guerra tra poveri?
Nell’ottica di Danesi tutto si giocherebbe tra il “sistema Genova” e Savona-Maersk. Ma molti ritengono che sia una visione troppo ristretta. Nel sistema Liguria, che è tanto caro al governatore Claudio Burlando, c’è da considerare anche il fenomeno La Spezia, che a differenza di quanto accade a Savona ha il pieno e incondizionato appoggio di buona parte della città, con in testa il sindaco Federici e la sua maggioranza. La Spezia sta crescendo continuamente, la gestione del LSTC è dinamica, le banchine ci sono e il sistema di bay-passare la città è già in gran parte operativo con il polmone di Santo Stefano Magra. Per di più Forcieri e i suoi hanno da tempo puntato su Contship Italia, che dopo essersi “liberata” di Livorno ormai investe sul tridente La Spezia-Cagliari-Gioia Tauro con una chiara strategia rivolta ad essere pronti per quando ci sarà l’auspicata ripresa.
Morale numero due: siamo, come sempre, a una guerra di campanili (a mare) che è figlia di una mancata programmazione nazionale, di una frammentazione di iniziative figlie troppo spesso di visioni localistiche e partitiche, e affidata altrettanto spesso a tantissimo fumo con poco arrosto concreto. Forse dal governo dei tecnici – e non parliamo di quelli precedenti – sarebbe stato lecito aspettarci qualcosa di più.
Antonio Fulvi
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