Urgentissime? Il paradosso di Zenone

LIVORNO – Faccio conto, prima di tutto, che vi ricordiate quanto studiammo al liceo nelle ore di filosofia: Zenone di Elea, presocratico della magna Grecia, divenne celebre per il paradosso secondo il quale, in una gara tra Achille piè veloce e la tartaruga, se l’eroe partisse avendo dato anche solo un metro di vantaggio all’animale non sarebbe mai stato capace di raggiungerla. Inventore della dialettica secondo Aristotele, Zenone diceva che per quanto veloce, Achille avrebbe raggiunto il punto dov’era la tartaruga quando questa avrebbe nel frattempo fatto un altro passettino: e così all’infinito, con la gara vinta dalla tartaruga.

Lo so, l’ho fatta lunga: ed ho citato appunto un paradosso, ragionamento apparentemente valido ma di fatto errato. Sembra lo stesso di quanto sta avvenendo sui famosi “grandi lavori urgenti”, per i quali si è sprologato a livello di governo da quasi un anno, si sono nominati i commissari da sei mesi, ma ancora gli stessi commissari sono bloccati perché la burocrazia richiede infiniti passaggi, infinite verifiche, infiniti passetti. Di fatto, la tartaruga burocratica la vince sull’urgenza. E si può essere Draghi quanto si vuole, ma anche i draghi a Roma sono battuti dalle tartarughe.

Scherziamoci pure sopra, ma l’amarezza resta. Per i porti, le tre opere “urgentissime” – diga Genova, Darsena Europa a Livorno e polo cantieristica di Palermo – hanno i commissari da mesi ma sono ancora solo pezzi di carta. Facile sarebbe ricorrere alla più bassa demagogia: come mai gli aumenti ai parlamentari o ai burocrati di palazzo Chigi sono stati varati come razzi e i lavori urgenti ai porti (e alla tre logistica nazionale) sono al palo delle infinite verifiche dopo un anno?

Demagogia, pensieri cattivi e sbagliati. Sbagliati? Diceva Andreotti che a pensar male si fa peccato, ma quasi sempre s’azzecca.

Antonio Fulvi

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