Corsa ai parchi marini eolici

Nella foto: Un parco eolico offshore.

TARANTO – Il parco marino eolico nel golfo di Taranto, di fronte al molo polisettoriale, sta per diventare una realtà. Come riferiva giorni fa Il Sole-24Ore dieci potenti turbine (cinesi) da 3 MV ciascuna sono in fase finale di istallazione sui bassi fondali e forniranno, probabilmente già dall’inizio dell’anno prossimo, 30 MW pari al fabbisogno di oltre 20 mila abitazioni. È un primo passo per l’attuazione del piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC) che prevede per il 2030 almeno 900 MW dall’eolico offshore.

Per realizzare questo parco eolico, sostanzialmente ridotto rispetto a quelli con decine e decine di turbine che operano da anni in mare davanti alla Danimarca, è stato necessario battersi contro la burocrazia, contro i comitati NIMBY, contro gli scetticismi e tutto il resto. Anni fa fu presentato un analogo progetto, per un paio di turbine soltanto, per rendere carbon-free l’isola di Capraia: ma si scatenarono i NIMBY e non se ne fece di niente.

Adesso c’è un nuovo maxi progetto per le coste della Puglia che ha iniziato l’iter. Come riferiscono le fonti di Iron Solar, la società che ha iniziato le pratiche (ma Italia Nostra e il parco naturale hanno già bollato la richiesta come “follìa”) potrebbe nascere davanti al Gargano un parco da ben 560 MW, quasi venti volte quello di Taranto, con 85 generatori a vento su altrettante torri ancorate sul fondale. La potenza prodotta dovrebbe servire a una intera città come Bari, ma anche alimentare impianti produttivi che chiedono sempre più energia.

Al Ministero sono ancora prudenti, ma la sensazione generale è che i parchi marini eolici potrebbero essere, specialmente ma non solo per il Sud Italia, una soluzione per arrivare rapidamente a quell’obiettivo del carbon-free fissato a livello internazionale per il 2030.

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