Green pass ma anche il pane quotidiano
LIVORNO – Inutile far finta di niente: in queste ore i porti italiani sono sottoposti a un molteplice stress: il preannunciato sciopero dei portuali di ieri, che in alcuni scali sembra aver creato una paralisi almeno parziale, ma in particolare l’entrata in funzione della normativa sul green pass, che ha aumentato i problemi all’ingresso di alcuni terminal. Problemi che nella migliore delle ipotesi – dicono gli interessati – non potranno essere risolti nemmeno in pochi giorni.
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C’è un dato di atto che da solo spaventa molti: il decreto sul green pass, diramato mercoledì, è di 133 pagine: solo per metabolizzarlo, hanno detto i più responsabili dei settori sicurezza dei terminal, sarebbero state necessarie due nottate di studio. Buona parte degli operatori si sono raccordati con le prefetture, cercando di avviare forme di controllo incrociato non penalizzanti per la funzionalità degli scali. Alcuni terminal hanno preso anche iniziative di supporto ai lavoratori non ancora vaccinati: nel TDT di Livorno, in Darsena Toscana, sulle linee indicate dal gruppo e dalla stessa associazione terminalista di cui fa parte, è stato deciso di “tamponare” gratuitamente i dipendenti che non hanno ancora il green pass: meno del 10%, ci ha detto un portavoce della direzione, ma non vanno discriminati su una cosa importante com’è il diritto al lavoro. In Sintermar e al terminal Lorenzini si è operato altrettanto pragmaticamente: le percentuali dei non vaccinati sono molto basse, chi non ha il green pass si presenterà con il tampone: poi dalla prossima settimana si vedrà.
Anche nei due terminal citati il punto di maggiore criticità sembra essere il varco. Ieri Yari De Filicaia, presidente di Uniport, era molto preoccupato per il controllo degli autisti, specialmente quelli stranieri. E in effetti risulterebbe che molti autisti dell’Est sono vaccinati (quando lo sono) con lo Sputnik, che in Europa occidentale non è considerato valido.
In conclusione, dopo all’inizio della settimana prossima si potrà avere un quadro concreto di che cosa è avvenuto e di cosa avverrà nei porti. Tra gli operatori c’è preoccupazione ma nessuno si strappa i capelli. Prevale, anche tra i lavoratori – ci è stato detto – l’impegno per difendere il pane quotidiano.
A.F.
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