CIVITAVECCHIA – A seguito dell’assemblea nazionale dei delegati portuali svoltasi a Civitavecchia il 27 febbraio, Unione Sindacale di Base Mare e Porti ha proclamato lo stato di agitazione nazionale nel settore portuale e organizzato una serie di assemblee nei vari scali italiani.
Al centro del confronto – dice la nota dell’unione sindacale – la piattaforma USB sul rinnovo del CCNL, con la richiesta di aumenti salariali reali di almeno 300 euro in paga base (no welfare) e la convocazione di una propria delegazione al tavolo del contratto nazionale, così come previsto dal Testo Unico sulla Rappresentanza e dal conteggio dei dati associativi. I lavoratori portuali hanno diritto ad essere rappresentati dalle organizzazioni che scelgono.
“Inoltre, sulla scorta di quanto emerso proprio dal confronto con i lavoratori portuali, vi è la forte preoccupazione per una riforma portuale voluta dall’attuale Governo – continua la nota – che rischia di andare a demolire ulteriormente la Legge 84/94 introducendo la privatizzazione delle autorità portuali e la messa in discussione definitiva delle compagnie portuali e in generale degli Art 17. Si parla di introdurre nuovi elementi di flessibilità e precarietà, come già fatto nel porto di Gioia Tauro con il famigerato accordo sul lavoro intermittente.
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