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Riforma porti soltanto a fine 2024?

ROMA – Riforma portuale, tutti l’aspettano, ma i tempi si allungano, anche per le emergenze mondiali e per la prossima tornata elettorale europea. Per il ministro Salvini e il suo vice con delega alla riforma Rixi, “occorre far si che l’Italia possa sfruttare la sua posizione strategica all’interno del Mediterraneo, con una maggiore capacità di scalo e con procedure snelle; la chiave è di creare a livello centrale un ente che possa aiutare i porti a coordinare gli investimenti”.

Le cose cambiano rapidamente e anche la crisi della porta Est del Mediterraneo può incidere. Ma dal ministero sembra si Vogli puntare su un coordinamento ‘finanziario’ e non strettamente logistico-portuale. Si passa dagli accorpamenti regionali marittimi (AdSP) a Sistema portuale governato da Roma, mentre qualcuno chiede addirittura maggiore autonomia per i singoli scali.

L’attuale veste delle AdSP di ente pubblico non economico, adottata con l’ultima riforma, è assolutamente inadeguata – secondo il ministero – per governare i processi decisionali dei principali porti nazionali. Secondo alcune indiscrezioni, al Mit starebbero lavorando ad una ‘legge delega’ che affidi al governo il compito di istituire un’agenzia nazionale dei porti simile alla Puertos del Estado, la società statale spagnola responsabile della gestione dei porti iberici. 

L’idea, come avvenuto per le Zes, sarebbe sostanzialmente quella di centralizzare, o comunque di prevedere una governance a due livelli, un ente centrale e poi le AdSP. Naturalmente, per riformare i porti si dovrà passare prima dal ‘commissariamento’ di tutte le Autorità portuali in scadenza nel 2024, preparando la strada alla ‘riforma’ e al cambio della governance dei porti.

Intanto, come noto, ci stiamo avvicinando alle prime scadenze dei presidenti in carica delle AdSP. A fine anno 2024 scade Mario Sommariva (La Spezia/Marina di Carrara) poi toccherà ad Andrea Agostinelli (Gioia Tauro) e quindi a cascata fino a Guerrieri (Livorno/Piombino) a inizio marzo 2025. Se nel frattempo la riforma tante volte annunciata non sarà ancora operativa, nessuno potrà essere riconfermato e subentreranno commissari, quasi sempre i direttori marittimi locali.

Edoardo Rixi, intervenendo al decimo Forum Shipping & Intermodal Transport di Genova, ha detto di recente: “La società che, nei piani del Mit, dovrà gestire e coordinare le singole AdSP sarà per il momento pubblica; in futuro vedremo come comportarci, ma non parlerei in senso assoluto di partecipazione del privato”. “Nella riforma c’è, dice il viceministro, una dimensione locale e una dimensione centrale; l’obiettivo è una società in house pubblica, e più avanti potrebbe partecipare in porti di altri Paesi ma anche essere partecipata a sua volta da altri Paesi”. Rixi ha svelato che la struttura centrale dovrebbe poter ‘investire in altri porti del mondo, per influire sui traffici degli scali all’estero’, su modello della Port Authority Singapore.

Pubblicato il
24 Gennaio 2024

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