Toremar, le grida di dolore

LIVORNO – Cresce la tensione intorno alle voci – per adesso mancando le notizie ufficiali – relative all’annuncio della Regione Toscana, che conferma la volontà di mettere a gara separatamente i tre àmbiti dei traghetti per le isole. Scelta già nota, ma sulla quale si sperava – specie da parte degli equipaggi Toremar, ma non soltanto – un ripensamento, davanti all’evidenza che almeno su due dei tre àmbiti, quello per il Giglio ma specialmente quello per Gorgona e Capraia – nessun armatore sarebbe interessato.

L’unico servizio di traghetti che offre una qualche remunerazione è infatti quello sull’Elba: scorporandolo dagli altri due – che sono sempre in pesante rimessa anche con il contributo pubblico previsto per la “continguità territoriale” delle isole minori – non rimane margine per un’impresa privata.

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Dal punto di vista delle comunità isolane, siamo di fronte al concreto rischio di ricevere servizi carenti, diradati, forse prontamente costosi. C’è anche una cospirazione sul piano umano: gli equipaggi Toremar sono diventati, per i residenti e i pendolari, ormai da anni amici, spesso confidenti, quasi sempre pronti ad aiutare, a comprendere, a supportare. Sia pure con le rotazioni, sono diventati una comunità unica con gli isolani: e ogni volta che un marittimo Toremar va in pensione, lascia un piccolo vuoto che solo con il tempo viene riempito da chi subentra.

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