Dalle assemblee futuro o no per i portuali

LIVORNO – Bisogna ammetterlo: le difficoltà della Compagnia lavoratori portuali labronica e della sua impresa Cilp, hanno creato in porto ed anche in città reazioni francamente poco nobili. Compresa la politica, che ha reagito quasi a lavarsene le mani, preoccupata – così almeno è sembrato – più a mettersi il sedere a paratia che non a dare davvero un contributo propositivo. Non lo dico solo io, che magari posso anche sbagliare alla grossa: lo dicono gli stessi portuali, che si sono sentiti chiamare al banco degli imputati e non a un tavolo di salvataggio.

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1 COMMENTO

  1. errata corrige
    Gentile Direttore, dopo aver letto e condiviso i Vs articoli su CILP
    e Sintermar,mi sono soffermato a pensare ai “sogghigni” che citava.
    Un chiarimento credo sia utile: l’antipatia nei confronti della CILP
    non è certo diretto alle persone che ci lavorano ma dallo
    atteggiamento profuso per anni dalla stessa.
    Abbiamo sempre la sensazione che CILP mostri arroganza e prepotenza
    nei confronti della concorrenza livornese e non.
    Dove vincere poteva non garantire il successo, o avere pericolose
    controindicazioni politiche, partiva la “alleanza” e tutto quello
    ne che conseguiva.
    I traffici Grimaldi hanno di nuovo dimostrato che dove l’inefficienza
    (chiedete a Barcellona) è stata causa della partenza, oltre ai risparmi
    in tempi di crisi, la CILP ne dava le responsabilità al primo terminal
    privato della storia di Livorno.
    Nessuno si augura che CILP scompaia ma che si decida ad assumere una
    figura più adeguata al mercato dove oggi concorrenza ed efficienza stan
    maltrattando, forse giustamente, il porto di Livorno.
    (lettera firmata)

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