Alpe Adria, i programmi

Volumi crescenti e alto indice di saturazione dei treni

Marina Monassi

TRIESTE – L’Autorità Portuale di Trieste – nell’ambito delle competenze istituzionali previste dall’art. 6, comma 6, L. 84/94, ulteriormente ribadite sul piano strategico dal recente decreto “salva Italia” (artt. 46 e 47) del governo nazionale – ha proceduto ad una verifica puntuale delle attività svolte dalla partecipata Società Alpe Adria in ordine allo sviluppo dei collegamenti intermodali da e per il porto di Trieste.

A tale fine, nel corso di un incontro operativo tra la presidente dell’Autorità Portuale di Trieste, Marina Monassi e l’amministratore delegato di Alpe Adria, Antonio Gurrieri, si è fatto il punto sui risultati del 2011 e sono state tracciate le linee per il mantenimento dei prodotti strategici e l’avvio delle nuove iniziative in linea con la politica comunitaria sui grandi corridoi del “core-network” TEN-T.


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1 COMMENTO

  1. Corridoio Baltico/Adriatico.

    Vienna ha annunciato l’avvio dei cantieri per la costruzione del tunnel di base del nuovo tracciato della ferrovia del Semmering, ultimo collo di bottiglia del futuro corridoio Baltico – Adriatico, sarebbe auspicabile “poiché chi dorme non piglia pesci” che la Portualità dell’Alto Adriatico si muova in tempo per adeguare non in tempi bibblici ma in un decennio le potenzialità dei propri sbocchi al mare, pianificando e cantierizzando la realizzazione di almeno un nuovo moderno Terminal Contenitori, che ci consenta di poter cogliere e sfruttare a dovere questa opulenta storica occasione, poiché con l’eliminazione di quest’ultimo collo di bottiglia potrebbe materializzarsi quello che per ora è soltanto un nostro anche se pur giustificato e comprensibile sogno “riuscire a scalfire l’egemonia degli scali del Nord Europa” spostando finalmente un po’ più a sud verso l’Alto Adriatico il baricentro del Sistema Trasportistico Comunitario.

    Questo nostro sogno, potrà purtroppo materializzarsi soltanto se saremo in grado di superare i campanilismi e le deleterie gelosie che di fatto ostacolano ed allontanano irrimediabilmente nel tempo le non facili scelte dei nostri – Politici – Amministratori – Pianificatori – in merito all’individuazione del sito ideale in cui poter realizzare l’insieme delle opere “banchine e collegamenti gomma/rotaia” che dovrebbero supportare la citata nuova moderna infrastruttura, che per dimensioni e potenzialità dovrebbe chiaramente essere in grado di movimentare annualmente non qualche centinaia di migliaia di contenitori ma diversi milioni, per assecondare le notevoli e crescenti esigenze ed aspettative dei Mercati e dell’Armamento.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano

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    Trieste 09 – 02 – 2012

    Ferriera di Servola e futuro della Portualità Triestina, una storia infinita costellata di continui rinvii di quelle che dovrebbero essere le scelte in grado di consentire una pianificazione di medio/lungo periodo per mettere in atto una razionale riconversione utilizzativa dell’area.

    Riconversione utilizzativa, che dovrebbe contemplare la bonifica del sito ed il conseguente recupero di ampi spazi al mare che potrebbero anche essere sfruttati per sopperire alle crescenti esigenze della nostra portualità, nel Golfo Triestino c’è gia un sito inutilizzato “l’Area Ex Aquila” ormai da decenni in attesa di riconversione e rischiamo purtroppo che anche la “la Ferriera di Servola” faccia questa miserabile fine, tutti e due i citati siti per le loro particolari caratteristiche e posizione strategica potrebbe avere certamente un radioso futuro Portuale.

    Radioso futuro che rischia purtroppo di rimanere precluso se non verranno riviste in tempo alcune farraginose e poco chiare Normative che nel nostro Paese attualmente regolano:

    1. La discarica di materiali inerti per poter recuperare ampi spazi al mare.

    2. Le bonifiche ed il possibile recupero dei Siti inquinati.

    3. L'esecuzione dei dragaggi dei fondali di banchine e canali.

    4. La gestione dei fanghi di dragaggio, e che sono attualmente fonte d’interminabili contenziosi e che di fatto stanno notevolmente condizionando in termini di tempi e costi la pianificazione e la cantierizzazione delle grandi opere di cui il nostro Paese avrebbe invece assoluto bisogno.

    Per guardare al futuro e far si che la nostra Portualità possa realmente recuperare un significativo ruolo sulle scene dei Traffici Internazionali e rilanciare economie ed occupazione nei nostri territori, forse sarebbe il caso che finalmente il nostro Paese adottasse anche “le Normative Comunitarie” che favoriscono lo sviluppo e la crescita delle economie e non soltanto quelle che lo penalizzano.
    Normative Comunitarie che di fatto hanno consentito la realizzazione ed il continuo attuale sviluppo di realtà Portuali come "di Rotterdam – Amburgo – Brema – Wilhelmshaven – Portsmouth – Londra – Felixstowe – Le Havre – Algeciras – Fos ecc." che non si possono certamente considerare sbocchi al mare naturali, poiché sono stai creati artificiosamente dall'uomo con notevoli opere "di recupero di siti – inquinati – sbancamenti – interramenti – e continui dragaggi dei fondali” per renderli adeguati alle crescenti e notevoli esigenze dei vettori marittimi e del mercato.

    Per concludere penso che per affrontare serenamente “la portualita del terzo millennio” bisogna assolutamente risolvere le problematiche che assillano il futuro dei nostri Siti inquinati e della nostra Portualità, quindi credo che il nostro futuro sta in buona parte nelle mani del Legislatore ed in quanto sarà in grado fare per razionalizzare almeno alcune delle citate attuali farraginose Normative che purtroppo spesso sono fonte d’interminabili contenziosi, poiché in presenza di regole chiare e certe i finanziatori anche si trovano, prova ne sia l’apprezzabile proposta d’intenti elaborata tempo fa dalla cordata Unicredit/Maersk per creare nei nostri litorali un Superporto, operazione che purtroppo anche per le citate farraginose nostre Normative sembra sia almeno per il momento svanita nel nulla come una bolle di sapone.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano

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