PIOMBINO – Dibattito ancora aperto, sia nel porto che nella città, dopo l’ipotesi avanzata dal Ministero competente sul posizionamento davanti al porto locale di una nave/fabbrica per rigassificare il GNL da riversare poi in rete: un’ipotesi, quella del Ministero, che replicherebbe l’impianto OLT ormai operativo da anni al largo di Livorno e che ha dimostrato tutta la capacità, fugando le tante (peraltro ingiustificate) preoccupazioni dei contrari.
Per Piombino si tratterebbe peraltro di una soluzione provvisoria, per meno di un paio d’anni, in attesa che ripartano le trivelle sui giacimenti sottomarini di gas sui quali l’Italia di fatto galleggia: e che una volta riattivati – dicono gli esperti di ENI – consentirebbero in pochi anni di affrancarci almeno dalle pipe-lines della Russia.
I rigassificatori costieri italiani ad oggi sono tre, ma solo quello davanti a Livorno è al largo. Una serie di altri rigassificatori galleggianti potrebbe consentire un maggior arrivo di gas liquefatto da paesi dove il prezzo è inferiore, lasciando libera la scelta rispetto ai contratti vincolati con i gasdotti.
Le preoccupazioni?
Principalmente dei comitati NIMBY (Not In My Back Yard) ma anche da parte del settore portuale che teme di dover sacrificare qualche importante banchina.