Industria marittima e porti verso il domani

Angelo Roma

LIVORNO – L’industria marittima ha subito cambiamenti significativi negli ultimi anni e si prevede un ulteriore sviluppo. In molti convegni ci si sta interrogando su quali saranno i punti salienti dei prossimi passaggi, anche considerando che le attuali crisi internazionali e le crescenti tensioni tra blocchi difficilmente potranno lasciare grandi spazi ai meno strutturati. In questa chiave, ecco una interessante analisi di Angelo Roma, noto marittime consultant con concrete esperienze anche in campo logistico. (A.F.)

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“Secondo quanto posso arguire, ecco alcuni punti chiave delle prevedibili evoluzioni, elaborati in stretta sintesi.

1. “Alleanza e Integrazione”: – Nello shipping internazionale la cooperazione tra le diverse Compagnie Marittime è stata una strategia cruciale che le stesse hanno iniziato a partire dagli anni ‘70. Tuttavia, negli ultimi due anni, oltre alla riorganizzazione dell’alleanza, c’è stata anche un’integrazione più intensa. Ciò ha comportato una concentrazione del mercato che ha colpito gli operatori logistici di tutto il mondo. Le grandi compagnie di navigazione acquistano e gestiscono navi sempre più grandi, alcune con capacità superiori a 21.000 TEU. Attualmente navigano navi da 24.000 TEU (399,9 metri di lunghezza e 61,3 metri di larghezza) e sono addirittura allo studio navi con capacità fino a 25.000 TEU. Ciò mette sotto pressione le infrastrutture portuali, che devono essere potenziate per gestire tali tipi di navi.

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