Buquebus e la “linea” scomparsa

LIVORNO – Che fosse roba da lana caprina si era capito subito: perché il collegamento velocissimo (un’ora circa) tra Livorno e Portoferraio proposto all’inizio dell’inverno da Buquebus Italia veniva a mettere in imbarazzo non solo le Autorità Portuali competenti, ma anche a mettere in crisi – concorrenza pericolosa? – chi da anni detiene il quasi monopolio sulle rotte per l’Elba.
Morale: come annunciato qualche giorno fa su queste colonne, Buquebus Italia ha ritirato l’offerta, con una nota in cui ha sottolineato di non aver avuto risposte e garanzie sufficienti  sugli accosti dalle due Authority di Piombino e Livorno.
La risposta congiunta non si è fatta attendere. Praticamente usando le stesse parole, sia Roberto Piccini che Luciano Guerrieri – rispettivamente presidenti di Livorno e Piombino – contestano di aver avuto solo una informativa della possibilità del collegamento in questione, peraltro “mai formalizzata in istanza ufficiale di attivazione della linea e pertanto senza l’avvio di alcun procedimento amministrativo”.
“Nel corso di un incontro convocato da questa Autorità Portuale – scrive Luciano Guerrieri nella sua nota – i rappresentanti di Buquebus Italia hanno chiarito, anche in presenza dell’Autorità Marittima di Portoferraio, che il collegamento sarebbe di fatto ricondotto nell’ambito dell’acquisizione di Toremar, la cui procedura di privatizzazione è attualmente in corso”.
Guerrieri lascia comunque aperta una porta al progetto, sottolineando nella sua nota la propria disponibilità, “fatte salve le rispettive competenze, ad approfondire la questione in un incontro sulle strategie in materia di trasporti, per le quali sarà utile il contributo della Provincia di Livorno in via preventiva e sulla base di un aperto confronto istituzionale”. E poi la stoccata: “E non sulla base di informazioni, quantomeno incomplete, assunte dalla stampa”.
In sostanza: che Buquebus prima tratti con le Authorities portuali e poi avverta il nostro giornale, e non viceversa. Per chi non conosce bene Guerrieri, sembrerebbe quasi un invito all’autocensura. Per chi lo conosce e come noi lo stima,  si tratta di una postilla infelice che forse poteva essere evitata. Perché la stampa, caro presidente, fornisce appunto informazioni. E sta a chi di competenza trasformarle in vantaggi e stimoli utili; o considerarle viceversa semplicemente una fastidiosa ingerenza.

Cosa che certo è lontana dal suo vero pensiero. O no?

Antonio Fulvi

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