Tonnage tax: per d’Amico problemi in vista

Paolo d'Amico
ROMA – Verrebbe proprio da gridarlo: Santo Iddio, ma qui piove sul bagnato! E non tanto per riferirci a questa strana primavera dove i diluvi dal cielo sono quotidiani, quanto al fatto che il settore dello shipping continua ad essere tartassato da cattive notizie; oppure, se vogliamo essere ottimisti, da annunci che non fanno stare tranquilli.
Adesso è la volta dell’allarme lanciato dal neo-presidente di Confitarma Paolo d’Amico a “Mare Forum Italia” dei giorni scorsi: l’Unione Europea sta mettendo bocca sui principi della tassazione forfettaria agli armatori, e rischia di far affondare (o almeno di rendere assai meno competitivo) il beneficio della tonnage tax, con il rischio di una nuova fuga di bandiere dall’Italia.
Non sono allarmi che riguardano solo l’Italia, ha detto il presidente di Confitarma, ma non per questo vale il principio del “mal comune mezzo gaudio”. Anzi: i paesi più attenti alle problematiche dello shipping stanno già operando per proteggersi nei confronti delle idee di Bruxelles, mentre l’Italia al momento sembra poco reattiva. E d’Amico ha parlato chiaro: ci sono armatori che stanno già guardando alla bandiera di Malta, anch’essa comunitaria ma assai più conveniente per l’elasticità dimostrata sul piano fiscale.
Se si aggiunge questa nuova minaccia al fatto che il mancato rifinanziamento del registro internazionale (il registro italiano – bis) è stato preso molto male dagli armatori, il bicchiere comincia ad essere colmo. Poi ci sono il blocco degli sgravi contributivi per gli equipaggi, e il passo del gambero della riforma della 84/94, a innervosire gli armatori, anche se lo stesso d’Amico ammette – in un contraddittorio con il ministro Tremonti – che negli anni passati “gli armatori hanno guadagnato”. Ma hanno guadagnato, risponde il presidente di Confitarma, avendo investito in poco meno di dieci anni quasi 30 miliardi di euro ed avendo incrementato l’occupazione di quasi il 70%.
Bicchiere mezzo vuoto dunque nel timore che l’UE metta mano alla leva fiscale sull’armamento, mezzo vuoto sulla riforma della 84/94, mezzo vuoto sul registro internazionale. Ciò malgrado a “Mare Forum Italy” d’Amico ha cercato di far vedere anche il bicchiere mezzo pieno: cioè i segnali di ripresa dei traffici che vanno consolidandosi per la crescita dei volumi di merci trasportate (Hanjin parla di +30,1% nel primo trimestre dell’anno, anche i traffici sull’Atlantico stanno aumentando di nuovo) e la ripartenza dell’economia e dei consumi nell’America del Nord. Certo, c’è stata la gelata con relativo panico per la crisi della Grecia, ma il tampone europeo sembra al momento reggere. Con la speranza che adesso la strada delle economie europee e occidentali cominci davvero ad essere finalmente in discesa.
A.F.