“Siraj Ibrahim” di Mario Vierucci
C’è chi scrive per mestiere, chi oltre al mestiere ci mette anche la passione e infine c’è chi, come Mario Vierucci, scrive solo ed esclusivamente per passione. O meglio: per trasmettere attraverso le parole – che siano prosa o poesia è lo stesso, lui è bravo in entrambe – messaggi di emozioni e di sentimenti.
Anche in questo secondo piccolo e prezioso libro (che segue “Una vita nel deserto” di tre anni fa) i misteri dell’anima fanno da protagonisti della vicenda. Con un po’ di esoterismo, con la giusta dose di colloqui immaginari che però si raccordano bene con il tema, e con un titolo che a prima vista sembra ermetico: Siraj Ibrahim”; ma si capisce bene che è un nome e cognome, entrambi tipici della sponda sud orientale del Mediterraneo. Dove la poesia è impastata con l’aria stessa, dove la realtà ha mille facce e dove la spiritualità apre porte che altrimenti non sarebbero mai dischiuse. Una parentesi: Mario Vierucci non è di primo pelo, ha collaborato a lungo con l’agenzia marittima Aldo Spadoni, e conosce molto bene tutto il mondo dell’anima e delle passioni.
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Scrive poesie da sempre, recita la sua biografia; e anche il breve racconto di Siraj Ibrahim è una poesia continua, con impressioni e sentimenti solo sussurrati, ma che colpiscono e spiazzano più di urla nel deserto; quel deserto che Vierucci dimostra di conoscere ed amare come una cosa viva e palpitante, come una creatura che sa amare e soffrire.
Un secondo piccolo libro dunque, già disponibile in libreria e presso l’editore Montedit, che ha anche il vantaggio di costare poco e regalare molto. Per chi, ovviamente, sa e ama leggere.
A.F.
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