NAPOLI – Non tutto sa di rifiuti e malessere a Napoli. Il cantiere per costruire quel molo portuale, che avrebbe poi portato il suo nome e sarebbe diventato il simbolo del porto di Napoli e della sua potenza mercantile, lo aveva fatto aprire Carlo D’Angiò nel 1269. Due secoli dopo lo aveva ampliato Alfonso d’Aragona, quindi Carlo di Borbone.
E’ sul piazzale di quel molo, dove oggi s’affaccia anche la stazione crociere, che Napoli scommette sull’unico grande lavoro di restyling arrivato al traguardo dell’apertura dei cantieri.
A decretarlo ufficialmente è stato il Comitato dell’Autorità Portuale, presieduto dall’ammiraglio Luciano Dassatti, che ieri 29 ottobre è stato chiamato ad esprimersi sull’adeguamento tecnico funzionale al PRG riferito al progetto del waterfront dando via libera ai lavori di risistemazione del molo Beverello, ovvero quell’affaccio a mare che, all’ombra del Maschio Angioino, è a tutti gli effetti la porta della città, ospitando la base operativa dei mezzi veloci per le isole e le varie destinazioni del Golfo.
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