Il caso Ciani e le tesi Tar sulla governance
ROMA – Patatrac, per la seconda volta in pochi mesi – dopo il caso di Bari – un Tar ha annullato un commissariamento di Autorità Portuale, in questo caso quello di Civitavecchia.
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Come già noto, il Tar del Lazio ha annullato – per il momento con provvedimento monocratico, in attesa della sentenza definitiva attesa da lunedì 13 dicembre – il commissariamento dell’Authority di Civitavecchia, decretando l’immediato reintegro del presidente Fabio Ciani, in quanto il suo immediato ricorso contro il provvedimento sarebbe stato “sorretto da parvenza di buon diritto”.
La vicenda però sembra tutt’altro che conclusa; perché il gabinetto del ministro dei Trasporti, nel decretare il commissariamento di Civitavecchia, ha fatto il punto su una base di rapporti della Guardia di Finanza, che nella sentenza di diritto il Tar non potrà ignorare.
Indipendentemente dal caso di Civitavecchia, si conferma che la strada del commissariamento delle Port Authorities si rivela ancora una volta in salita per il ministero, in particolare per le decisioni in punta di diritto dei Tar locali a contrastarle finché possibile. Secondo alcuni specialisti in materia, sembra prevalere la tesi – nei tribunali amministrativi – che eventuali “errori & omissioni” su specifici elementi gestionali non possono di per se giustificare un commissariamento se non inficiano quella che è la funzione principale della Port Authority, cioè la corretta amministrazione e più in generale la corretta ”governance” della cosa pubblica. Una tesi che, se generalizzata, potrebbe valere anche su molti altri casi di Authority sotto indagine per dettagli amministrativi che non comportano gravi problemi alla “governance” dei rispettivi porti.
A.F.
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