Bloccato il veto di fermata ai treni tedeschi in Italia
Tre mesi di moratoria allo stop che era stato imposto dall’Urfs – Aumenta la concorrenza sulle tratte ferroviarie da parte dei gruppi del nord Europa
MILANO – La guerra tra le ferrovie europee per conquistarsi un … posto al sole sul ricco (e ad oggi trascurato) mercato italiano va avanti a colpi di scena.
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In questi giorni è dovuto intervenire il ministro dei Trasporti Altero Matteoli per annullare lo stop imposto dall’ufficio nazionale Urfs alle fermate intermedie in Italia dei treni Db-Obb-Le Nord, in pratica ai collegamenti con treni tedeschi provenienti da Monaco di Baviera e diretti a Milano, Bologna, Venezia e Verona. Lo stop del ministro vale per tre mesi, con l’auspicio – ha scritto Matteoli – che nel frattempo si possa trovare un accordo tra le parti che non mortifichi la libertà di operare sancita dalla stessa Unione Europea.
Il divieto di fermate intermedie ai suddetti treni era stato deciso dall’Urfs (in pratica l’ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari italiani) con la motivazione che si sarebbero creati disservizi con le analoghe offerte dei treni italiani. Ed aveva scatenato le immediate proteste di molte comunità, in particolare dalla regione cui fanno capo le province autonome di Trento e Bolzano, ma anche dalle stesse imprese che contano molto sulle fermate intermedie dei ben organizzati treni tedeschi.
La soppressione delle fermate dei treni internazionali stabilita dall’Urfs doveva partire da ieri, e avrebbe creato anche grossi problemi proprio per il previsto rientro di tanti italiani che lavorano in Nord Europa per le feste natalizie. Ma alla base della “guerra” ai treni tedeschi c’è anche la consapevolezza che malgrado i programmi di Trenitalia (le recenti dichiarazioni di Moretti, n.d.r.) di andare a fare la concorrenza ai tedeschi in casa loro, sono i tedeschi a entrare con sempre maggiore aggressività sul mercato italiano delle ferrovie, a cominciare proprio dalle tratte più ricche e contese. Il che vale anche per il settore cargo, dove invece la reattività di Trenitalia è assai meno vivace e dove anzi si ha la netta impressione che saranno le compagnie ferroviarie del nord Europa a colonizzare a breve le più importanti tratte a servizio dei porti italiani.
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