De minimis non curat Praetor?
LIVORNO – Come spesso accade, quando si mettono insieme tanti esperti (o sedicenti tali) per ricavarne diagnosi e terapie sul futuro del porto, il rischio è di una cacofonia: ovvero di un’uscita di suoni in libertà, dove l’armonia fa la fine dell’Araba Fenice (“Che ci sia ciascun lo dice – scrive il Metastasio in “Demetrio” – dove sia nessun lo sa”). E’ quasi scontato che accada. Così nel pur pregevole Magazine del Tirreno.
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Ovvio che il Gallanti-pensiero non possa essere paragonato al “Così parlò Zarathustra” di Nietsche: è da poco a Livorno ed ha giustamente già fatto capire che il suo obiettivo è quello di vedere il nostro porto proiettato in un “sistema”, non certo quello di dirimere le lotte di pollaio che caratterizzano le nostre (ma non solo) banchine. Qualcuno, sorridendo ma nemmeno troppo, sostiene che metterà fuori della porta un cartello con la scritta: De minimis non curat praetor. Ovvero: non mi occupo delle cose minime.
Già, diciamocelo con chiarezza: la lotta dei pollai c’è sempre stata ed è utopia pensare che potrà essere annullata da un presidente con visioni ecumeniche. Semmai sembra chiara l’idea di Gallanti di delegarla: e qui si entra nell’altro importante momento decisionale cui il porto sta preparandosi, quello del segretario generale.
L’attuale segretario, avvocato Gionfriddo, è un tranquillo avvocato che ha fatto il suo lavoro ricavandone gli apprezzamenti sia del presidente scaduto, sia del commissario arrivato (il quale ha voluto gratificarlo nel primo e unico incontro con la stampa). Ma la legge 84/94 affida al presidente la scelta di un segretario generale di sua diretta fiducia, da proporre al comitato per la nomina. Da qui due opzioni: la permanenza di Gionfriddo, ammesso che voglia, o il subentro di un segretario nuovo.
Nella seconda ipotesi, data dai più come scontata, il gossip galoppa. C’è chi sostiene che Gallanti una volta presidente vorrà portarsi un suo uomo di fiducia da Genova; scelta che sarebbe logica sul piano della piena fiducia, assai meno sul piano della conoscenza dei problemi locali e di quei “pollai” di cui presumibilmente il segretario dovrebbe occuparsi. A questo proposito si era fatto il nome di Sommariva, attuale segretario a Bari e molto amico di Gallanti: ma l’interessato smentisce. Più logico che Gallanti si scegliesse un locale, ben addentro alle cose locali e profondo conoscitore di “pollai e polli” nostrani. Da qui le proposte giù piovute sul suo tavolo: i nomi di Federico Barbera (Terminal Calata Orlando) e di Umberto Paoletti (Assindustriali) ma anche quello del segretario della Provincia Giovannini, che forse ha il record delle candidature assegnategli dal gossip (anche se finora non si è schiodato dalla Provincia). Tre nomi, non citando quello del comandante Angelo Roma che – come il prezzemolo – il gossip politico e portuale tende a mettere ovunque, anche se l’interessato non ne vuol sapere.
Per ora siamo fermi a questo punto. E anche l’altra candidatura che girava, quella dell’avvocato Matteo Paroli interno all’Authority (fu già segretario generale con Lenzi, e forse questa esperienza – che peraltro fu molto apprezzata dal ministro – lo ha bruciato) viene data per improbabile, più che altro per incompatibilità politica con Gallanti. Altri nomi attendibili non ne sono usciti. Ma non è detto che non usciranno. Perché il bello della diretta è che le sorprese fanno parte del gioco.
A.F.
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