E’ guerra di logoramento
Previsti nuovi incontri tra i “secessionisti” mentre il ministro non recede
ROMA – Slitta l’assise in Sicilia per il “redde rationem” sui vertici di Assoporti; e cresce il numero dei presidenti delle Authority che non si riconoscono più nella gestione di Francesco Nerli. L’incontro tra coloro che ne chiedono le dimissioni maturerà probabilmente la prossima settimana a Roma. La sua organizzazione è stata affidata a Giuseppe Guacci, potente segretario generale della Port Authority di Civitavecchia, che sarebbe anche stato l’estensore della ormai famosa lettera di sfiducia a Nerli.
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Il quale Nerli non sembra disposto a farsi defenestrare senza reagire. Secondo il mandato ricevuto dall’ultimo vertice, ha chiesto (ma non ancora ottenuto) un incontro chiarificatore con il ministro Matteoli, che continua a ignorare Assoporti, disertando anche gli incontri dove è prevista la partecipazione di Nerli (al massimo interviene il sottosegretario Giachino).
Ai vertici di Assoporti l’attacco a Nerli è visto con preoccupata irritazione, ma prevale la prudenza e nessuno ufficialmente parla. L’opinione (ufficiosa) è che prima di partire con le bordate a palle incatenate sarebbe stato forse più producente discutere del problema all’interno di Assoporti, cercando eventualmente soluzioni “soft” nell’interesse della stessa Associazione. Così com’è ormai andata – si afferma – il presidente è stato platealmente messo con le spalle al muro ed è difficile per lui rivedere la linea di gestione o addirittura ritirarsi senza che il tutto appaia come una cacciata a furor di popolo.
D’altra parte, la posizione di Nerli è resa obiettivamente difficile dalla decisione del ministro di non aver più rapporti con Assoporti finché è lui il presidente. E sarà improbabile che il cerchio possa chiudersi con un ripensamento del ministro e dei presidenti che si sono ribellati; salvo le elezioni di domani non segnino una pesante messa in mora dell’attuale maggioranza aprendo altri e più urgenti fronti per il ministro.
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