E Gallanti: Assoporti “deprimente”
LIVORNO – Più che un siluro, è un colpo al cuore: o se vogliamo sdrammatizzare, una bella sculacciata. Anche perché la dura critica ad Assoporti che il presidente dell’Authority di Livorno Giuliano Gallanti ha sparato su “Il Secolo XIX”, viene dall’alto di una esperienza pluriennale proprio nel settore delle associazioni dei porti; essendo stato Gallanti oltre che presidente di quello di Genova anche dell’Espo, l’insieme dei porti europei. Come dire: uno che vede le cose da una prospettiva non provinciale.
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“Devo essere sincero – sono testuali parole di Gallanti al giornale di Genova – era tempo che non seguivo le riunioni di Assoporti. Ho trovato una situazione deprimente. All’epoca della mia presidenza a Genova, terminata nel 2004, in Assoporti si parlava di politica, e si faceva lobbing sul serio”. Come a dire: oggi Assoporti non fa niente per determinare la politica portuale, e tantomeno influisce sulle sue decisioni.
Continua testualmente Gallanti: “Il problema non è Nerli. Forse ho partecipato a una riunione infelice, però sia la lettera dei quattro presidenti “dissidenti”, sia le altre spinte centrifughe, fanno preoccupare per il futuro dell’associazione. Se ognuno va per i fatti suoi, come possiamo discutere la pianificazione dei porti? Il rischio è lasciarla nelle mani di altri”. Gallanti allude al progetto Unicredit per Trieste e Monfalcone. “Intendiamoci, il progetto va anche benissimo – chiosa – ma non possiamo lasciare la pianificazione a Unicredit”. E tornando al tema di Assoporti, Gallanti affonda ancora il coltello sull’ultima riunione. “Mi ha colpito poi la totale assenza di alcuni temi che invece dovremmo essere noi presidenti ad anticipare, cioè il Libro Bianco dell’Ue che chiede la liberalizzazione dei servizi tecnico-nautici e la totale trasparenza dei conti pubblici delle Authority. Di tutto questo, in Assoporti non una parola”.
Fin qui il Gallanti-pensiero su Assoporti. Che sembra prudente sulla presidenza Nerli, ma certo non da un bel voto all’immobilismo, al provincialismo e alla frantumazione ormai evidente nell’associazione. Rimane da capire come si schiererà (o si schiererebbe) Gallanti se ci sarà una conta su Nerli. O come auspicano i “pompieri” interni, se si arriverà a un confronto propositivo accettando che Nerli rimanga almeno formalmente in sella fino alla sua naturale scadenza di settembre.
A.F.
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