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Sulla nautica, i comuni balbettano ancora poche le iniziative previste

Solo il 16% delle amministrazioni municipali ha progetti concreti a favore del diporto con le barche – L’intervento del ministro Matteoli – Focus sui mercati emergenti tra cui la Cina

VIAREGGIO – La convention dell’Ucina, che si è tenuta alla fine della settimana scorsa a Viareggio, è stata caratterizzata dalla presenza di rappresentanti del mondo istituzionale e imprenditoriale che si sono confrontati sul tema “Nautica: un’epoca di sfide tra nuovi assetti istituzionali e nuovi mercati”.

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La presentazione, a cura del professor Renato Mannheimer, dello studio UCINA/ISPO “Le amministrazioni locali e la nautica”, è stata oggetto di una tavola rotonda a cui hanno preso parte Luca Lunardini, sindaco del Comune di Viareggio, Oscar Cherchi, assessore all’industria della Regione Sardegna, Loredana Capone, vice presidente della Regione Puglia, Lorenzo Forcieri, presidente dell’Autorità Portuale di La Spezia e Anton Francesco Albertoni, presidente di UCINA – Confindustria Nautica.

In particolare, dalla fotografia scattata dall’Istituto ISPO del professor Renato Mannheimer emerge che il 75% degli intervistati (i sindaci di circa 70 comuni, principalmente località marittime, lacustri e fluviali) considera importante l’impatto economico della nautica da diporto, soprattutto per quanto attiene all’indotto generato dal turismo nautico.

Eppure il tema della nautica da diporto è prioritario nell’agenda politica di solo un sindaco su quattro e, secondo il quadro che emerge dallo studio, vi sarebbe una relativa conoscenza degli strumenti specifici che l’introduzione del federalismo metterà a disposizione delle amministrazioni locali.

Complessivamente il giudizio sull’impatto del federalismo sul comparto nautico appare positivo: per il 59% delle amministrazioni coinvolte esso permetterà di incentivare il turismo nautico sul territorio, il 56% ritiene che la sua introduzione consentirà di portare avanti iniziative importanti per la nautica a livello locale, mentre il 54% indica che grazie al federalismo sarà possibile massimizzare le ricadute economiche della nautica sul territorio.

Tuttavia solo il 16% delle amministrazioni dichiara che “sicuramente” prenderà delle iniziative legate alla nautica da diporto a seguito della sua introduzione, dove tra gli interventi citati con maggiore frequenza vi sono la realizzazione o il completamento di una o più infrastrutture (21%), la realizzazione o il potenziamento di un porto (21%) e la realizzazione di infrastrutture (18%).

Se dunque il federalismo introdurrà cambiamenti sostanziali avvantaggiandosi dell’elevata capacità della nautica di creare indotto sul territorio (secondo l’Osservatorio Nautico Nazionale il diportista ha una propensione alla spesa turistica del 60% maggiore rispetto al turista cittadino) sarà tuttavia determinante che gli interventi messi a punto dalle istituzioni locali avvengano all’interno di un quadro di regole comuni stabilite dalla Conferenza Stato-Regioni.

Al termine della tavola rotonda il ministro delle Infrastrutture e Trasporti onorevole Altero Matteoli, ha presentato e commentato, insieme presidente di UCINA – Confindustria Nautica Anton Francesco Albertoni, il pacchetto di norme per la nautica recentemente inserito dal governo nel Decreto Sviluppo. Il ministro, accogliendo le richieste del comparto, si è impegnato a far si che le normative appena approvate possano trovare il più rapido iter attuativo. Inoltre, si è dichiarato disponibile a coinvolgere, con la più ampia disponibilità possibile, i funzionari del suo Dicastero sulle istanze che non sono ancora state prese in considerazione.

La convention è proseguita con la presentazione da parte di Claudia D’Arpizio, partner di Bain & Company, dello studio “Il Made in Italy a servizio del nuovo consumatore globale”. Anche in questo caso la ricerca è stata esposta nell’ambito di una tavola rotonda a cui hanno preso parte imprenditori provenienti da altri settori di eccellenza: lo studio nasce infatti con l’obiettivo di guardare ad altri comparti del Made in Italy di qualità per analizzare e comprendere quali strategie e scelte imprenditoriali abbiano consentito a detti settori di uscire agevolmente dalla crisi degli ultimi anni.

La ricerca analizza i macro trend di consumo e la loro rilevanza strategica, le aspettative per i prossimi anni, le success story adottate da alcune aziende italiane di punta, nonché i possibili spunti mutuabili dalle aziende nautiche. Dall’analisi emergono 4 filoni guida principali a cui la nautica deve guardare con attenzione: i nuovi mercati emergenti per compensare le perdite su quelli tradizionali, lo sviluppo di iniziative specifiche per il consumatore finale capaci di creare fidelizzazione e senso di appartenenza, l’innovazione nel prodotto ma anche nella comunicazione, l’individuazione di nuovi modelli organizzativi che privilegino la crescita dei talenti e favoriscano l’integrazione e le sinergie.

Lorenzo Selva, responsabile del comparto piccola nautica in Ucina, ha insistito sul tema dell’internazionalizzazione, con il supporto di uno studio realizzato da ICOMIA, Associazione di cui è presidente (l’organo che riunisce le associazioni di categoria della nautica a livello internazionale). In base a tale indagine, il focus sarà sulla Cina, ad oggi il mercato più promettente per il futuro della nautica grazie ad un potenziale elevatissimo di possibili armatori ed alla capacità di costruire rapidamente le infrastrutture necessarie. Inoltre, Selva si è fatto portavoce della necessità di avviare un confronto a livello internazionale affinché si stabilisca una reciprocità a livello di accesso e di dazi tra paesi emergenti e mercati consolidati.

Ugo Salerno, amministratore delegato del RINA, Registro Italiano Navale, e Gian Carlo Bertoni, responsabile Dipartimento promozione e marketing di SIMEST, società italiana per le imprese all’estero, hanno poi illustrato i contenuti dell’accordo quadro per la promozione dell’internazionalizzazione del sistema della nautica italiana siglato con UCINA. Bertoni inoltre ha illustrato ruolo e funzioni di Simest.

Le conclusioni, infine, sono state affidate al presidente UCINA, Anton Francesco Albertoni, al quale è stato riservato il compito di tracciare gli esiti della Convention.

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Pubblicato il
4 Giugno 2011

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