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Sarà terminal unico ro/ro?

Bene la razionalizzazione delle aree, ma i terminalisti vogliono ciascuno la propria identità

LIVORNO – L’obiettivo è ambizioso: anzi, quasi fantascientifico, visto che si tratta di dare un colpo di spugna definitivo a un sistema in auge ormai da oltre mezzo secolo, quello del “porto dei pollai”. Come ha detto il presidente della Port Authority Giuliano Gallanti, quattro terminalisti che operano tutti nello stesso settore dei ro/ro e tutti in un’area del porto dove ciascun terminal è appiccicato agli altri, rappresentano un’anomalia che non aiuta a migliorare il servizio, ma facilita le lotte a scannarsi.

Bella diagnosi, non c’è dubbio. Il problema è che la terapia, a quanto si sente dire dagli interessati, sarà davvero difficile a trovarsi.

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E specialmente sarà difficile trovare l’accordo tra gli interessati: la Sintermar, antico terminal containers oggi convertito per motivi di sopravvivenza, il terminal Lorenzini, l’“intruso” dell’ultimo momento Unicoop e infine quell’LTM dove si sta consumando una guerra sorda ma dura tra i due soci alla pari, la Compagnia-Impresa dei portuali e gli agenti marittimi dell’Agemar.

Gallanti parte da una mossa che tutto sommato è ragionevole: ridisegnare tutta l’area oggi occupata dai traffici ro/ro, con l’intento di farne un unico complesso omogeneo, addirittura un unico terminal. L’incarico ufficiale di ridisegnare questo nuovo assetto è stato dato a Modimar, la società dell’ingegner Novi specializzata in progettazione portuale, quella che ha messo il suo sigillo anche sul “sogno” della Piattaforma Europa. Ma se sarà probabilmente risolvibile senza eccessivi problemi il disegno tecnico di un’unica area specializzata, non sarà affatto facile creare un unico terminalista. “Ciascuno di noi ha contratti propri, clienti da lunga data, relazioni personali e qualche volta ci sono idiosincrasie tra cliente e cliente o tra cliente e terminalista – dice uno degli interessati – che rendono davvero difficile arrivare a un terminalista unico”. Insomma, ben venga il terminal unico come area funzionale e come servizi, per razionalizzare uscite, ingressi, controlli e spazi: ma sembra di capire che Gallanti rischia di prendersi un “niet” in piena faccia se andrà avanti. E una guerra sulla base delle concessioni non sembra né auspicabile né tantomeno producente.

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Pubblicato il
15 Giugno 2011

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