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Cilp Livorno, la rivoluzione tagli alle spese e ai contratti

Rilancio del commerciale e maggior produttività alla base del “new deal”- Ora la trattativa sindacale sui vari temi proposti

Enzo Raugei

LIVORNO – Con 75 si, 15 no e 7 astenuti (la maggioranza dei portuali non è arrivata ad aspettare il voto) l’assemblea dei portuali labronica ha approvato le linee-guida del consiglio direttivo per rilanciare la Cilp, far fronte alle sofferenze economiche degli ultimi tempi, e trovare un equilibrio finalmente stabile tra entrate e uscite. Con forti tagli alle spese, ridimensionamento anche dei trattamenti salariali – sarà rivisto anche il contratto integrativo di secondo livello, ma si potrà anche andare oltre – e un’accelerazione del commerciale alla ricerca di nuovi traffici (e verso il recupero di quelli persi). Secondo Enzo Raugei, presidente della Cilp: “I portuali hanno preso atto di una situazione difficile, che richiede impegno e sacrifici di tutti. Ma anche di un piano che contiene strategie atte a controllare la crisi e a rilanciarci sul mercato”.

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Il piano industriale presentato l’anno scorso, sul quale i portuali si sono espressi con l’elezione dell’attuale consiglio, rimane in piedi. “Con gli opportuni correttivi – dice Raugi – il piano rimane valido. Adesso si tratta di concordare con i sindacati i vari interventi di contenimento dei costi”. Interventi che sono stati già delineati nell’assembla con gli inevitabili mugugni ma senza la temuta rivolta della base. Probabilmente spetterà al sindacato, con la Filp-Cgil quasi plebiscitaria, togliere le castagne dal fuoco nella trattativa che praticamente si è già aperta dopo l’assemblea. In Compagnia sono state individuate nicchie dove tagliare in profondità, anche se – come sempre – non sarà né facile né indolore. Ridurre i costi della struttura del resto – è stato detto – rappresenta anche una dimostrazione di buona volontà del consiglio, per far vedere che i sacrifici coinvolgono tutti a cominciare dall’alto.

Il mandato che l’assemblea ha assegnato al direttivo per la trattativa con i sindacati apre adesso una seconda fase, anch’essa difficile, per arrivare alla soluzione del problema. Impresa per impresa, dovranno essere trovati i punti da rivedere. Ma è specialmente la Compagnia, con i suoi tanti soci e gli oneri pregressi per i pensionamenti e per certe “abitudini” tutt’altro che spartane, che dovrà subire i tagli più dolorosi. Senza dimenticare, da parte dei dirigenti, che l’essere cooperativa impone loro di non calcare troppo la mano su decisioni che non siano condivise dalla base, per il rischio di essere delegittimati dall’assemblea. In sostanza, una grande sfida che si basa sulla fiducia di un “new deal” non solo per la Compagnia ma per ogni singolo portuale.

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Pubblicato il
23 Luglio 2011

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