Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Quel sogno chiamato ferrovia

LIVORNO – La privatizzazione della “Porto 2000” sta diventando come la famosa preghiera di Sant’Agostino: Signore Iddio, rendimi casto, ma non subito. Ovvero: nessuna fretta, prima va valorizzata, potenziata, arricchita. E la legge, che impone alle Autorità Portuali di mettere sul mercato le società di gestione partecipate? Verrebbe da citare di nuovo: la legge a Livorno dura un giorno.

[hidepost]

Scherziamo, ma nemmeno troppo. Perché le ragioni per non privatizzare subito sono, tutto sommato, più che comprensibili. Tanto che l’Autorità Portuale sotto la presidenza Piccini ha provato senza riuscirci a varare il bando di gara che avrebbe dovuto conciliare le esigenze del pubblico e le aspirazioni del privato. Pare che di bozze di bando ne siano state scartare svariate, almeno tre o quattro. Poi si è deciso di soprassedere. E nel frattempo Roberto Piccini ha lasciato la poltrona della Port Authority per ritrovarsi su quella della “Porto 2000”. Con alcune idee che forse a questo punto dovrà confrontare con il suo successore Gallanti.

La prima idea sembra essere quella di allargare l’operatività della “Porto 2000” a una gamma di servizi che ad oggi sono esternizzati. Della serie: visto che ad ogni nave che arriva si muovono centinaia di pullman per le città dell’arte, perché non creare una divisione che operi anche in questo campo? E ancora: nell’urbanizzazione delle aree da destinare a crociere e traghetti, perché non creare un comparto commerciale che ospiti anche una specie di mostra permanente delle eccellenze toscane in vari campi, dalla gastronomia ai vini, dall’artigianato alla cultura. Eccetera.

Intendiamoci, niente di tutto questo è ufficiale: ma che Piccini stia cercando di dare un colpo d’ala in questa chiave lo si evince da contatti, colloqui, forse anche aspirazioni. Su una cosa invece non c’è da fare ipotesi, perché il presidente della “Porto 2000” ne ha parlato: quella di organizzare una serie di treni turistici tra Livorno e Firenze (ma anche altre città d’arte) che in coincidenza con l’arrivo delle navi più grandi offra a migliaia di turisti alla volta una trasferta comoda, rapida e direttamente nel cuore delle destinazioni. Solo un sogno di mezz’estate?

A.F.

[/hidepost]

Pubblicato il
13 Agosto 2011

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio